Telekinesis

12 Desperate Straight Lines

2011 (Merge)
alt-pop

L'occhialuto Michael Benjamin Lerner, leader dei Telekinesis, con il suo album di debutto di un paio d'anni fa, suonato praticamente tutto da solo nella sua cameretta studentesca a Seattle, aveva messo un bel punto esclamativo sul nostro fisiologico bisogno di buone vibrazioni americane, facendoci tra l'altro passare di mente l'inopinata (quanto frustrante) passione dei Weezer per musiche a dir poco orripilanti, ampiamente testimoniata dalla scia sanguinaria degli ultimi album. Il tutto a suon di ritornelli da sitcom romantica, con bacio finale sul cofano (magari al tramonto) e riffoni di chitarra sparati da amplificatori a manetta (come dimenticare "Tokyo", "Coast Of Carolina" e "Look To The East"?). Un piccolo miracolo di modellismo indie-pop a impatto zero.

Rifugiatosi in completa solitudine a Berlino per tirare le somme di una relazione finita non certo nel migliore dei modi, e sempre assistito dalle cure produttive del maestro di bottega Chris Walla, Lerner ritorna ora con un nuovo album e una nuova band, nella quale figurano Jason Narducy, già con Robert Pollard e Bob Mould, e Cody Votolato (Jaguar Love, The Blood Brothers). La voglia di restituire la canzone pop americana (anzi "super-pop", parole sue) all'ordinario di un'esistenza quotidiana (per uno che senza troppi scherzi e per esplicita ammissione arriva a comporre anche nove canzoni al giorno) rimane più o meno identica. Il risultato appare tuttavia, nei fatti, decisamente tiepido se non sfocato.

Più atmosfera e introspezione, magari con qualche accenno trepido di elettronica ("Patterns"), si dirà forse, ma il fatto è che il nostro pare aver mutilato le proprie ingegnose scritture di ciò che più le caratterizzava e rendeva appetibili alle orecchie dell'improvvido ascoltatore, ovvero: ariosi ritornelli da intonare a cuore aperto. Prestando infatti ascolto a "Country Lane", a "I Cannot Love You" o anche alla conclusiva "Gotta Get It Right Now" (un numero alla Cars bello e buono), quello che più colpisce è senz'altro la mancanza di uno scatto in avanti. Come se, a tratti, il compositore americano, per quanto talentuoso, non riuscisse quasi mai ad accompagnare le proprie canzoni nel luogo dove pure esse vorrebbero arrivare. L'ingannevole inizio della buona "You Turn Clear In The Sun" (che fa il paio con "I Got You", la neanche troppo latentemente cureana "Please Ask For Help" e "Car Crash") non riesce a dissimulare del tutto questa sensazione predominante di accordi e melodie incompiute che girano a vuoto.

Alla fine dei conti, l'insieme non mortifica né esalta, lineare (e molto poco telecinetico) come una diligente partita a reti inviolate. Per il momento: sbadigli e un po' di sano dispiacere per l'occasione sprecata.

05/03/2011

Tracklist

1. You Turn Clear In The Sun
2. Please Ask For Help
3. 50 Ways
4. I Cannot Love You
5. Dirty Thing
6. Car Crash
7. Palm Of Your Hand
8. I Got You
9. Fever Chill
10. Country Lane
11. Patterns
12. Gotta Get It Right Now

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