Arvo Pärt

Musica Selecta

2015 (ECM)
sacra contemporanea

Ho stretto la mano, scambiato due chiacchiere o persino abbracciato un buon numero di artisti con cui mi sono sentito di farlo, assai più spesso per sincera riconoscenza che per farne un motivo d'orgoglio personale. L'unico scambio che ancora oggi ricordo vividamente, l'unico momento di autentico contatto fisico e spirituale, è quello che ho avuto nell'insperato incontro con Arvo Pärt, in occasione di un concerto nella basilica di San Petronio a Bologna. Non posso dimenticare il commento che fece a riguardo delle mie mani fredde, mentre le stringeva nelle sue in maniera spontanea e – letteralmente – calorosa. Questa recensione è il mio umile omaggio a quella splendida persona, ancor prima che a un compositore d'importanza capitale per il nostro tempo – che il caso vuole condivida con me la data di nascita.



“Musica Selecta” non è altro che un arcaismo in luogo dell'odierno sampler, formula che Ecm ha spesso utilizzato per promuovere le tante sfaccettature del suo catalogo. E la doppia raccolta è il dono che Manfred Eicher, fondatore di Ecm, ha voluto pubblicare oggi per celebrare un importante anniversario: nasceva ottant'anni fa, per l'appunto, colui che oggi è il compositore estone più famoso al mondo, e poco più di trent'anni fa quella New Series che ne avrebbe decretato il pieno riconoscimento, al fianco di altri illustri colleghi quali Steve Reich, Meredith Monk, Giya Kancheli e Paul Giger.

La sua opera, in perfetta unione con la sua fede cristiana ortodossa, è forse il più significativo viatico che dalla tradizione sacra conduce alla modern classical: una produzione che ha conquistato anche il pubblico generalista, grazie alla potenza cinematica che ne ha fatto la soundtrack di molte pellicole – da Terrence Malick a Gus Van Sant e Paul Thomas Anderson, sino ai nostri Sorrentino e Moretti – ma che nemmeno cessa di indisporre alcuni per l'apparente semplicità della sua scrittura.
Ma sorprenderebbe più d'uno scoprire l'assenza di spontaneità nei brani di Pärt, quanto “calcolo” si celi realmente dietro alle spoglie strutture minimaliste e al tintinnabuli, stile coniato ed elaborato a partire dalla fine degli anni Settanta – tanto elementare quanto matematico nella perfetta congiunzione di melodia e accompagnamento.

Da questo album è impensabile ricavare un vero sunto della carriera di Pärt, e tantomeno le opere migliori della sua produzione, che di norma occupano almeno metà di un supporto cd. Unica eccezione ammessa dalla selezione di Eicher è lo “Stabat Mater” (1985, per tre voci e trio d'archi), capolavoro di delicatezza e devota poesia: per il resto, tra scelte doverose e altre inaspettate, “Musica Selecta” è un excursus libero che ben delinea i temi ricorrenti e le strumentazioni predilette dal maestro estone.
Gran parte del suo repertorio deriva dalla costante rilettura della tradizione medievale e rinascimentale, il cui elemento polifonico si rispecchia in egual modo nei solenni climax e anticlimax delle orchestre d'archi: in brani come “Trisagion” e “Festina Lente” le sezioni di strumenti a corde dialogano con la stessa alternanza di canto e controcanto – rapporto ancor più accentuato dal coro monodico della mesta “Wallfahrtslied (Pilgrim's Song)”, che affida così l'intero carico della melodia all'orchestra. Da apprezzare l'inclusione della toccante “Silouans Song”, canto strumentale ispirato a un testo di San Silvano del Monte Athos, affine al salmo 41 della Bibbia (“L'anima mia ha sete del Dio vivente”).

In rappresentanza del repertorio corale troviamo la sesta ode del monumentale ciclo “Kanon Pokajanen” e altre due brevi composizioni dedicate alla figura di Maria: il “Magnificat” (1989, per coro misto) e il mottetto “Most Holy Mother Of God” a opera dell'Hilliard Ensemble, tratto dal secondo album registrato dalla formazione con Jan Garbarek, “Officium Novum”.
I tre brevi estratti dal “Lamentate” per piano e orchestra corrispondono anche, probabilmente, ai movimenti più enfatici di questa estesa, drammatica opera strumentale ispirata a una scultura dello straquotato artista contemporaneo Anish Kapoor. Altri brani come “Mein Weg” (nella versione del 1994 per 14 archi e percussione) e “Alleluia-Tropus” (2008, per coro e 8 violoncelli) rispecchiano periodi più recenti della produzione pärtiana, mettendo a frutto formazioni più varie ma con risultati, a detta di molti, raramente entusiasmanti.
Tra i momenti immancabili, oltre a “Fratres” e allo straziante “Cantus In Memory Of Benjamin Britten” – contenuti nel miliare esordio Ecm di “Tabula Rasa” – troviamo anche il piano solo di “Für Alina”, fragile dedica a una giovane ragazza al principio di un nuovo percorso di vita. In chiusura, a mo' di firma, è posto l'inno corale che è divenuto quasi un classico dei giorni nostri, “Da Pacem Domine”, che ci riporta al puro splendore delle polifonie di Palestrina e Tallis.

“Musica Selecta” va necessariamente preso come l'invito ad approfondire un ben più ampio corpus di opere, alcune delle quali fondamentali per l'era contemporanea e per questo richiedenti un ascolto completo e totalmente dedicato. Ciò non vi negherà, nel mentre, un'esperienza immersiva nel cuore di quest'arte antica e nuova, un ritorno a valori artistici e spirituali elevati e incorruttibili.

11/09/2015

Tracklist

Cd 1

  1. Es sang vor langen Jahren
  2. Für Alina
  3. Mein Weg
  4. Ode VI (from Kanon Pokajanen)
  5. Silouans Song
  6. Fratres
  7. Alleluia-Tropus
  8. Trisagion
  9. Beatus Petronius

Cd 2

  1. Pilgrims' Song / Wallfahrtslied
  2. Most Holy Mother of God
  3. Cantus in memory of Benjamin Britten
  4. Magnificat
  5. Festina Lente
  6. Lamentate: Fragile
  7. Lamentate: Pregando
  8. Lamentate: Solitudine - stato d'animo
  9. Stabat Mater
  10. Da Pacem Domine

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