James Irwin

Unreal

2015 (autoprodotto)
songwriter, indie-pop

Al suo secondo lavoro dopo l’esordio del 2012 con “Western Transport”, James Irwin decide di cambiare volto alla sua musica rinunciando a quel sound acustico fin troppo ingenuo e decisamente folk e scegliendo la strada di un pop delicato, che sa mettere in risalto la timbrica trasparente del cantautore senza rinunciare a mostrarne gli aspetti strumentali trascinanti nella loro sinuosità.
Già dal singolo che fa anche da opening track, “Everything Passed By Me”, si possono cogliere tutti gli ingredienti nuovi che andranno a modellare la tracklist di questo “Unreal”, ma nello stesso tempo gli identici punti di forza che inevitabilmente possiamo ritrovare nell’esordio.

Continue alternanze tra note malinconiche e fugace allegria dipinte perfettamente, tanto dalla voce e dalle parole di Irwin quanto dal sassofono e dal corno francese, creano un pop che pare sprigionarsi dalla memoria degli anni Ottanta, ovviamente non quello dell’orrido da classifica che lo ha reso il decennio più ingiustamente bistrattato di sempre, ma quello del più introspettivo Paul Simon con qualche incursione nei Novanta alt-dance di The Beloved (“Face Value”, secondo singolo).
Intriganti e carichi di pathos i brani che scavano nella materia più chamber/dream/ambient-pop (“Did You Hear Who Shot Sam”, “Blood Going Back In Time”) stile Fanfarlo, ma anche quando il canadese spinge sull’acceleratore (“Michigan Miami”, “Walls Around Nothing”) ricalcando i migliori Spiritualized, pur se con meno (quasi nullo) risalto agli aspetti psych-rock, dimostra un talento tutto da scoprire e su cui certamente puntare.
La cosa più esaltante di questo “Unreal” è che è capace di suonare in linea col il pop-rock più moderno, pur palesando e sottolineando un’attenzione meticolosa al passato, un po’ alla maniera dei Girls, per intenderci, e prova ne è il folk della splendida “Siberia China” o la commovente “A Wave Is A Wild Thing”. A chiudere il disco, il gioiellino slowcore “Sahra” che, se non fosse per la voce, potrebbe tranquillamente essere scambiato per un brano di Julee Cruise.

Se tutti gli elementi succitati fanno di “Unreal” un lavoro non semplice all’ascolto, ma comunque scorrevole e ben più che gradevole, grazie anche a una raffinata ricerca melodica, c’è da evidenziare che nessuno di questi ingredienti riesce a elevare l’opera al di sopra delle sue ispirazioni. Tutto è amalgamato con cura, voce, arrangiamenti, testi e tutto il resto, ma niente è davvero meritevole di lodi che vadano oltre il minimo necessario. Nove tracce che pongono le basi per qualcosa di più grande, ma che rischiano di non essere tanto solide come sembrano all’apparenza. C’è da aspettare il capitolo tre e pregare che il tutto non crolli sulle macerie di una bellezza effimera.

02/09/2015

Tracklist

  1. Everything Passed Me By
  2. Did You Hear Who Shot Sam
  3. Face Value
  4. Michigan Miami
  5. Blood Going Back In Time
  6. Siberia China
  7. Walls Around Nothing
  8. A Wave Is A Wild Thing
  9. Sahra


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