Mastery

Valis

2015 (The Flenser)
experimental black-metal, black-noisecore

Al pari della variante death, anche il black-metal prosegue inesorabile lungo la strada della ricerca, questa volta lasciando aleggiare il suo spirito più radicale tra le pieghe di “Valis”, debutto lungo di questo one-man project del californiano Ephemeral Domignostika, che suona come se gli Orthrelm di “OV” avessero improvvisamente deciso di rispolverare sopite passioni black, mostrando nei momenti più indisciplinati – fatte le dovute distinzioni di genere - assonanze con i Last Days Of Humanity di “Putrefaction In Progress” (i blast-beat maniacali, la volontà di raggiungere l’essenza più oltranzista del genere, trasfigurandone le dinamiche in un rumorismo estatico).
Stando a quanto scritto nelle note di pubblicazione, il disco è interamente improvvisato e rappresenta il lavoro più estremo mai prodotto dalla Flenser. L’energia sprigionata dall'album è, in effetti, qualcosa di sovraumano e, nonostante qualche pausa di riflessione (il minimalismo ambient-noise di “A.S.H.V.E.S.S.E.L.” e di “I.L.K.S.E.E.K.E.R.”), il risultato è una delle esperienze sonore più sfiancanti degli ultimi anni.

All'inizio, la cacofonia snervante di “V.A.L.I.S.V.E.S.S.E.L.” (quasi diciotto minuti) si arrampica lungo accelerazioni schizofreniche in stile Mick Barr (il lavoro della chitarra è, lungo tutto il disco, davvero pregevole) e follie Behold The Arctopus che i furibondi screzi vocali rendono ancora più terribili. Dopo circa sei minuti, ecco un interludio acustico: ma non c’è nulla di rilassante sotto la superficie, anzi qualcosa di demoniaco si fa strada. E, infatti, in un attimo la musica ritorna a schiaffeggiare senza sosta, più inviperita che mai, vomitandoci addosso una valanga dietro l’altra di riff che a fatica la batteria riesce a tallonare con le sue picconate e i suoi blast-beat spiritati. In questo brano manifesto (già tra i capolavori dell’anno), Mastery suona il black-metal così come Albert Ayler suonava il free-jazz, concentrando tutta la sua attenzione sull’impatto rovinoso delle emozioni in presa diretta ("It's not about notes; it's about feelings”, insomma).

Il malsano decelerando che si ascolta alla fine di “L.O.R.E.S.E.E.K.E.R.” lascia emergere il lato più psichedelico dell’operazione, mentre la conclusiva “S.T.A.R.S.E.E.K.E.R.” (altri dodici minuti e rotti) completa l'opera di demolizione diluviando con stacchi e triangolazioni matematiche, bombardamenti a tappeto, ottovolanti impazziti e spastiche saturazioni.
Nichilista e incandescente, “Valis” è un inno al caos lanciato verso le stelle da un precipizio di disperazione.

02/08/2015

Tracklist

  1. V.A.L.I.S.V.E.S.S.E.L.
  2. A.S.H.V.E.S.S.E.L.
  3. L.O.R.E.S.E.E.K.E.R.
  4. I.L.K.S.E.E.K.E.R.
  5. S.T.A.R.S.E.E.K.E.R.

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