David Minnick

La voce al potere

intervista di Francesco Nunziata

Quando, alcuni mesi fa, un amico mi passò le versioni "a cappella" di diversi brani di "Trout Mask Replica" di Captain Beefheart, mi si aprì un mondo: il mondo di David Minnick, che a vederlo nelle foto sembra solo la classica brava persona della porta accanto e che, invece, è anche, col progetto The 180 Gs, un infaticabile investigatore delle possibilità della voce di fagocitare e, dunque, risputare alcuni dei dischi più obliqui e geniali della storia del rock. Dinanzi a tanto coraggio, non potevamo fare altro che invitare David su queste pagine, per farci spiegare meglio come stanno le cose, lì nel suo magico universo musicale. 

Ciao David e grazie per essere qui con noi. Prima di iniziare a fare sul serio, toglimi una curiosità: The 180 Gs è una band vera e propria oppure è solo un tuo progetto solista?
Si tratta di un progetto solista, che raccoglie circa trecento tracce della mia voce. Tuttavia, mi piace molto la mistica di avere una “band”, anche se non è un segreto ben custodito…

minnick_davidChe retroterra musicale hai? Come ti sei avvicinato alla musica?
Quando avevo cinque anni, allestii una stanza con pentole, padelle, secchi, pezzi di legno e metallo e vari altri oggetti, e passavo ore a girare per la stanza con delle matite per suonare tutti questi oggetti. Un anno dopo, iniziai a sperimentare con il pianoforte e la chitarra, per vedere quali suoni producevano senza che io li avessi studiati. A otto anni i miei genitori mi regalarono una batteria economica che suonavo costantemente (di solito mentre ascoltavo dischi rock). Un anno dopo, scoprii che potevo fare registrazioni multitraccia con una piastra a due cassette: registravo la batteria, la riproducevo e suonavo la chitarra acustica allo stesso tempo e registravo su una seconda piastra a cassette, aggiungendo, con le stesse modalità, pianoforte, organo o voce. Il tutto sembrava piuttosto primitivo, ma in questo modo ero in grado di registrare le mie canzoni e passavo ogni momento libero a farlo. Conservo ancora quelle registrazioni.
Nel 1981 – all’epoca avevo tredici anni - incontrai Josh Silverstein (con cui lavoro tuttora... ha disegnato le copertine di quasi tutti gli album che ho pubblicato). Notò quello che stavo facendo e riuscì a procurarsi un registratore a bobina a quattro tracce e altre attrezzature. Ci sistemammo nel garage di suo zio e iniziammo a registrare ogni volta che potevamo, invitando anche un paio di altri amici della scuola. Nel corso degli anni successivi abbiamo continuato a registrare; lo studio si è poi spostato nel seminterrato di Josh, sono state aggiunte gradualmente nuove apparecchiature e il 4 tracce è stato sostituito da un 8 tracce. Nel 1988 avevamo registrato almeno 15 ore di musica originale. Di solito ero io a scrivere le canzoni e a suonare la maggior parte degli strumenti, mentre lui si occupava dell'ingegnerizzazione e del missaggio. Dopo le scuole superiori, ho preso sette anni di lezioni di batteria e percussioni e per tre anni ho studiato pianoforte. In seguito, ho frequentato la Scuola di Musica dell'Indiana University come specializzando in percussioni, ma a metà strada sono passato alla composizione musicale. Poi mi sono iscritto alla Wayne State University, dove ho conseguito un master in composizione musicale.
In quel periodo suonavo la chitarra e le tastiere e scrivevo molte canzoni per la band ska di Detroit “Gangster Fun”. Josh e un paio di altri miei amici erano i membri fondatori e mi chiesero di unirmi a loro quando ci fu bisogno di un chitarrista fisso. Tra il 1986 e il 2000 abbiamo pubblicato quattro album e suonato moltissimo dal vivo in tutti gli Stati Uniti.
A metà degli anni 90 comprai un registratore a cassette a 4 tracce e iniziai a registrare musica per conto mio, senza dover andare a casa di qualcun altro o in uno studio. Ho continuato a sperimentare diverse forme e idee musicali. Nel 2001 ho finalmente acquistato un computer e ho iniziato a imparare a registrare in digitale. In questo periodo sono nati i progetti Oven Mitt Johnson, The Sursiks, The 180 Gs, Zermos e i remix di “Reverse Engineering”.

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David in quel di Bloomington, Indiana (1986 circa)

Prima di avventurarti nel labirinto di "Trout Mask Replica", hai rifatto, sempre a cappella, altri due album:
"Commercial Album" dei Residents e "Sing To God" dei Cardiacs...
The 180 Gs si sono formati quando sono andato a trovare mio fratello Chris ad Austin, in Texas, nel 2000. Aveva una prima DAW (Digital Audio Workstation) sul suo computer, ma non aveva strumenti musicali. Aveva solo un microfono economico. Mi venne l'idea di provare a registrare una versione a cappella di un pezzo dei Negativland. Era un'idea completamente ridicola, data la natura della musica dei Negativland, ma ci abbiamo provato lo stesso. Ho arrangiato alcune parti, ho cantato e mio fratello si è occupato della registrazione. È venuta meglio di quanto pensassimo, così l'abbiamo inviata ai Negativland e nei due mesi successivi ci è venuta l'idea di registrare un album di versioni a cappella di “canzoni” dei Negativland, che questi ultimi avrebbero pubblicato con la loro etichetta.
Ho mantenuto la band nella modalità “a cappella”, perché stavo imparando a registrare ed editare in digitale e volevo fare in modo che la configurazione dello studio fosse il più semplice possibile. Tutto ciò che è stato collegato per la durata della registrazione dell'album è stato un microfono V-Tech da 50 dollari. Ho terminato l'album nel 2002 e alla fine è stato pubblicato nel 2008 come cd bonus della raccolta di video “Our Favorite Things” dei Negativland.
Il nome “The 180 Gs” mi è venuto in mente perché era un riferimento a un pezzo dei Negativland intitolato “A Big 10-8 Place”. La mia idea per la band era modellata sui gruppi doo-wop degli anni Cinquanta, anche se avevano gusti musicali diversi. I Negativland hanno ideato l'immagine visiva dei 180 Gs per la copertina dell'album. Noel Storey ha messo a punto le bambole dei 180 Gs e gentilmente me le ha inviate nel 2023. L'album dei Negativland si chiama "180 D'Gs To The Future!", un riferimento all'inversione del processo dei Negativland di trasformare la musica e il materiale dei mass media nei loro collage dal suono spesso caotico. I Gs hanno preso questi complessi paesaggi sonori e, cantandoli, li hanno ritrasformati in musica. All'epoca, "180 D'Gs To The Future!" doveva essere l'unico album dei 180 Gs e così, tra il 2002 e il 2009, mi concentrai su altri progetti.
180gs_singin_to_godPer quanto riguarda i Cardiacs, non avevo mai sentito parlare di loro prima del 2009. All’epoca, partecipavo a concorsi di remix su un sito chiamato Indaba Music. Tramite Indaba ho conosciuto un ragazzo (Peter Dahl Collins degli Slunq) che mi ha inviato un link al video di “R.E.S.” dei Cardiacs, dicendomi: “Tu, tra tutte le persone che conosco, lo ameresti!”. Mi innamorai immediatamente di questa band e mi procurai una copia di “Sing To God”. Ero così ossessionato dai Cardiacs che decisi di riesumare i The 180 Gs per provare a registrare una versione a cappella della canzone “Bell Clinks”, solo per scoprire i meccanismi della loro musica. Ci sono voluti molto tempo e lavoro per registrare questa cover: alla fine, la caricai su Soundcloud e la feci conoscere ai fan dei Cardiacs.
Nonostante avessi la sensazione di calpestare un terreno sacro, coverizzando a cappella i Cardiacs, i loro fan mi hanno sostenuto moltissimo. Così, decisi che dovevo continuare. Dopo aver terminato otto o nove cover di brani tratti da “Sing To God”, ricevetti un messaggio indiretto da Tim Smith in persona, che mi suggeriva di mettere mano all'intero doppio album. Alla fine, nel 2013 tutto fu pronto, e per qualche anno ho atteso che la Abc (l'etichetta dei Cardiacs) lo pubblicasse. Ma le cose andarono diversamente e così decisi di farlo uscire sul mio Bandcamp. La musica dei Cardiacs mi ha colpito immediatamente e mi sono ritrovato a desiderare di averli ascoltati nei primi anni 80, quando frequentavo il liceo. Oggi, invece, sono senza dubbio uno dei miei pochissimi gruppi preferiti e “Sing To God” è uno dei miei album prediletti.
180gs_commercial_albumDecisi poi di provare il “Commercial Album” dei Residents. Mi ero affezionato a questo album nei primi anni Ottanta, quando era uscito da poco. L'ho ascoltato ogni giorno per mesi, entusiasta che qualcuno avesse fatto un disco come quello. Ogni canzone dura esattamente un minuto ed è unica. Era così diverso da ciò che ero abituato ad ascoltare (strumentazione, armonia, struttura) e ciò mi spinse subito ad amarlo. La ragione principale che mi ha spinto a coverizzare il “Commercial Album” dopo aver pubblicato “Singin' To God” è stata proprio la durata di un minuto delle canzoni e la scarsa strumentazione di molti brani. Per registrare ogni canzone di “Sing To God” ci sono voluti diversi mesi. Ero pronto per canzoni che avrei potuto finire in un paio di giorni e il “Commercial Album” calzava proprio a pennello! Naturalmente, dato che nel disco ci sono 40 canzoni, ho comunque impiegato 18 mesi di registrazione.

Come ti è venuta l'idea di rivisitare "Trout Mask Replica" che, ti confesso, è il mio disco rock preferito di sempre?
Dopo i Negativland, i Cardiacs e i Residents, “Trout Mask Replica” sembrava essere il prossimo passo più logico sulla “scala dell'impossibilità”. Persino io pensavo che non fosse possibile farne una versione a cappella quando ho iniziato a lavorarci. Inoltre, “Trout Mask Replica” è sicuramente un disco più conosciuto rispetto agli altri su cui avevo lavorato. È un'icona culturale e un album diverso da tutti gli altri. Ciò che più mi attrasse in questo progetto, però, fu il fatto che “Trout Mask Replica” è un album che è al centro di molti dibattiti intorno alla questione: “Che cos'è la musica?”. La gente o lo ama o lo odia. Sapevo che una versione cover di questo album avrebbe avuto lo stesso effetto. Prima di iniziare a lavorare su “Trout Mask Replica”, sapevo inoltre che la sua musica non è casuale o atonale. Ero entusiasta di smontarla e rimontarla per scoprire alcuni dei suoi segreti.

trout_mask_replica_01Come hai affrontato le difficoltà insite nel decostruire e ricostruire un disco la cui struttura è a dir poco intricata? So che ci hai lavorato per circa sei anni!
Quando ho iniziato a lavorare a “Trout Mask Replica Replica”, non avevo idea di come si potesse fare. Da cima a fondo, “Trout Mask Replica” ha una propria logica musicale e le proprie convenzioni strutturali. È completamente diverso da qualsiasi altro album a livello cellulare. Per molte canzoni non ci sono tempi fissi, né chiare progressioni di accordi, né linee di base che sostengono gli altri strumenti, né coerenza ritmica tra i diversi strumenti. Ho dovuto adottare un modo di pensare completamente nuovo. La mia unica opzione era semplicemente quella di tracciare i suoni presenti senza preoccuparmi del loro significato musicale. Dopo aver terminato alcune canzoni, ho iniziato a sviluppare dei metodi per coprire questo tipo di materiale, ma ogni canzone nascondeva numerose altre nuove sfide.

Puoi approfondire questa tua affermazione: “La mia unica opzione era semplicemente quella di tracciare i suoni presenti senza preoccuparmi del loro significato musicale”?
Quando facevo arrangiamenti a cappella dei Cardiacs o dei Residents, la musica si basava in gran parte su accordi specifici posizionati in momenti specifici. Questo significa che posso cambiare la struttura o aggiungere strati senza perdere l'“anima” della canzone, purché segua la progressione degli accordi. Inoltre, in questa musica, le linee di basso di solito delineano anche l'armonia (per quanto complicata possa essere): un accordo di Mi sostenuto per due misure può essere arrangiato come un singolo blocco di note o come un accordo di ottave intrecciate, o come inversioni dell'accordo che scivolano su e giù nel canone... un numero qualsiasi di possibilità. È possibile aggiungere altri strati, purché siano composti principalmente da note di un accordo di Mi. “Trout Mask Replica”, tuttavia, non segue queste regole. Ogni nota di ogni strumento è unica e non si può contare sul fatto che tutto sia sincronizzato o che gli strumenti insieme formino un'armonia coesa. L'unico modo per coprire l'album in modo profondamente riconoscibile per i fan che lo conoscono bene è copiare ogni nota, rispettandone la posizione. Anche se le note non hanno senso in termini di teoria musicale, sono udibili. Anche le cose che sembrano errori sono parte integrante dell'album.

180_gs_trout_mask_replica_01Che procedimento hai utilizzato per trasformare ogni tessera sonora di “Trout Mask Replica” in un suo doppelgänger vocale? Ho letto che non hai utilizzato l’Intelligenza Artificiale…
All'inizio sapevo due cose:
1) Affinché la mia operazione avesse successo, "Trout Mask Replica" non poteva essere parafrasato. Dovevo ricreare ciò che c'era realmente, compresi i cambi di tempo intenzionali e non, le “note sbagliate”, i rumori extra, le sezioni in cui gli strumenti o le voci non sono sincronizzati tra loro e qualsiasi altra cosa fosse udibile. A mio parere, questi elementi “incontrollati” costituiscono l'anima dell'album. Se avessi cominciato a “sistemare” consapevolmente le cose, sarei andato contro ciò che intendevo fare.
2) Ho dovuto realizzare questo progetto senza l'uso dell'Intelligenza Artificiale (ero già a metà dell'album quando la stessa cominciò a diffondersi in modo che anch’io ne sentissi parlare). Volevo avvicinarmi a “Trout Mask Replica” con orecchie e voce umana, così da interpretarlo nel modo più accurato possibile.
Il metodo che ho sviluppato dopo averci lavorato per circa un anno è il seguente:
1. Mappatura dei beat: ho inserito ogni brano originale in un progetto LogicProX e l’ho mappato manualmente nel modo più accurato possibile, aggiungendo le variazioni di tempo, quando necessarie. Questo processo allinea i beat del progetto con gli eventi della musica originale. I progetti di molte di queste canzoni possono avere oltre cento cambi di tempo per una canzone di due minuti (con tempi come 121.0469!). Al termine di questa operazione, il metronomo del mio progetto corrispondeva a quello della canzone originale.
2. Registrazione delle tracce di riferimento Midi: ho registrato delle tracce di riferimento su una tastiera Midi, copiando ciascuno degli strumenti della canzone (basso, chitarra del canale sinistro, chitarra del canale destro, batteria e strumenti a fiato, se presenti). Per ascoltare le linee di basso abbastanza bene da poterle trascrivere, spesso ho dovuto equalizzare la traccia originale in modo che le basse frequenze fossero forti e le alte quasi impercettibili. Fortunatamente, le chitarre dell'album originale sono pannate con un'impostazione fortemente a sinistra e a destra; questo ha permesso di districare le linee di chitarra che si sovrappongono. Se le chitarre non fossero state separate, dubito che sarei andato molto lontano in questo progetto.  Tutte le linee strumentali dovevano essere trascritte solo pochi secondi alla volta. Di solito, dovevo fare un paio di piccole modifiche ritmiche per ogni breve segmento (per ogni strumento) prima di passare ai secondi successivi. È stato un processo che ha richiesto molto tempo, ma ne è valsa la pena.
3. Avvio della registrazione delle voci per le tracce strumentali: una volta che le tracce di riferimento erano le più precise possibili, ho preso a registrare le voci. Mentre incidevo le tracce di basso e chitarra, ascoltavo solo le tracce di riferimento Midi che avevo registrato. Quando registravo la parte vocale principale, cantavo insieme alla canzone originale di Captain Beefheart. Ogni melodia di basso, chitarra e voce è stata sovrapposta da quattro a dieci volte. Per esempio, gli accordi di chitarra di quattro note sul canale destro all'inizio di "Ella Guru" non sono cantati da quattro voci, ma da trentadue (otto voci per ogni nota dell'accordo). Man mano che andavo avanti, ho inventato le sillabe per le parti strumentali, provando un po' di cose diverse prima di trovare quella che suonava più naturale e interessante.
Alcuni brani (in particolare, le sezioni free di sax) erano troppo veloci per essere cantati da me, così ho disattivato ogni altra nota della traccia di riferimento e ho cantato ciò che rimaneva. Poi passavo alle note che erano state silenziate nella prima traccia e cantavo con quelle. Una volta registrate entrambe, la melodia di solito corrispondeva piuttosto bene all'originale. Le voci soliste sono state registrate insieme alla canzone originale di "Trout Mask Replica", in modo da poter ottenere i tempi e il fraseggio giusti. In alcune canzoni ho aggiunto delle armonie alle voci soliste e qualche altra sottile integrazione strumentale per smussare le transizioni o dare un po' di profondità in più.

Quali sono stati i brani del disco più difficile da rivisitare?
A modo loro e per motivi diversi, sono stati tutti molto impegnativi. Tuttavia, quelli con cui ho avuto più difficoltà sono stati "Hair Pie Bake 1", "Neon Meate Dream Of A Octafish" e "When Big Joan Sets Up".

Lavorando solo con la voce, ti sarai sicuramente interessato, magari anche a un livello filosofico, a questo strumento che è, a conti fatti, il più potente di tutti. Cosa hai da dirci a tal proposito?
Il motivo per cui ho iniziato a registrare cover a cappella è stato più pratico che filosofico. Volevo mantenere i miei input di registrazione semplici (solo un microfono), in modo da potermi concentrare sull'apprendimento della registrazione digitale. Ho registrato musica su nastro dal 1977 al 2001 e il passaggio alla registrazione digitale mi ha portato verso una curva di apprendimento molto ripida. Permettendomi di registrare solo attraverso un singolo ingresso, ho potuto mantenere una parte del processo semplice, mentre imparavo lentamente una nuova abilità. Inoltre, mi ha dato la possibilità di ampliare ciò che posso fare con la mia voce. Sono un compositore, un percussionista e un pianista di formazione classica, ma non ho alcuna formazione formale in campo vocale.
Ci sono alcune interessanti implicazioni filosofiche in quello che hanno fatto The 180 Gs, ma non erano necessariamente premeditate. Mentre registravo l'album di debutto, sono stato improvvisamente colpito dal fatto che stavo invertendo il processo creativo dei Negativland, prendendo collage di mass media e musica e ricreandoli usando solo la voce umana. Tutto il taglio tecnologico della musica e del parlato nel lavoro dei Negativland veniva così rimesso insieme in performance vocali dal vivo. Non si trattava di un'idea, ma solo di una cosa interessante.
“Sing To God” dei Cardiacs e “Commercial Album” dei Residents erano album che sembravano impossibili da riprodurre, soprattutto a cappella. L'idea che The 180 Gs creassero e pubblicassero album apparentemente impossibili mi attraeva molto. Questo fascino mi ha portato alla fine a confrontarmi con “Trout Mask Replica”.

Alcuni di quelli che hanno ascoltato in anteprima delle cover tratte dal disco hanno affermato che "Trout Mask Replica Replica" può funzionare come "traduzione" dell'album originale. Cosa te ne pare di questa interpretazione?
david_minnick_foto_aPer molte persone, “Trout Mask Replica” è un album notoriamente difficile da ascoltare. Al primo ascolto, suona frastagliato e caotico e manca di molti elementi che molte persone danno per scontati nella musica rock. Anche molte persone che amano questo album possono avere difficoltà ad ascoltarlo per intero. Suppongo che la versione a cappella abbia un suono più morbido e meno “dispersivo” rispetto all’album originale. Durante il missaggio, ho cercato di rendere più evidenti alcuni dei passaggi che sono più difficili da distinguere nell'album originale. Ho scoperto alcuni aspetti strutturali delle sue canzoni che non avevo mai notato prima e li ho evidenziati al meglio. Ho aggiunto armonie a molte delle linee vocali principali per farle integrare meglio con gli strumenti che le sostengono. L'effetto (si spera) è che le brillanti idee musicali e le innovazioni dell'album originale siano più facilmente percepibili nella versione dei The 180 Gs.

Fare la cover di un brano (e ancor di più farla a cappella!!!) è sempre difficile, soprattutto quando si ha a che fare con album così rivoluzionari e complessi come "Trout Mask Replica". In che modo, a tuo avviso, lo strumento della cover può tornare utile all'appassionato di musica?
Mi piace che una cover possa dare una nuova prospettiva al significato di un brano. Può rendere divertente una canzone seria o seria una canzone divertente. Può permetterci di ascoltare una canzone che conosciamo con nuove orecchie, come se la stessimo ascoltando di nuovo per la prima volta. In questo caso, una versione a cappella di “Trout Mask Replica” è un'idea talmente improbabile da risultare anche un po' curiosa.

Qual è stata la prima canzone dell'album che hai rifatto?
“Frownland”. “Trout Mask Replica” e “Commercial Album” sono stati gli unici due album registrati da The 180 Gs con l'intenzione – ancor prima di iniziare a lavorarci - di coprire l'intero album. Sapevo che se fossi riuscito a completare “Trout Mask Replica Replica”, ci sarebbero voluti diversi anni. Ho pianificato tutto e ho registrato l'album procedendo dall’esterno verso l’interno. Infatti, dopo “Frownland” (traccia 1), ho proseguito con “Veteran's Day Poppy” (traccia 28, l’ultima), quindi “The Dust Blows Forward” (traccia 2), poi “Old Fart At Play” (traccia 27), fino a quando, cinque anni dopo, le metà si sono incontrate nel mezzo con “Pena” (traccia 15). Questo per garantire un suono più coerente in tutto l'album, man mano che i miei metodi si evolvevano e la mia voce cambiava.

Dato che ti sei profondamente immerso nel capolavoro di Captain Beefheart, puoi dirci qual è, a tuo avviso, quel quid che rende la sua musica così unica e riconoscibilissima?
“Trout Mask Replica”, in particolare, abbandona fin dall'inizio tutte le regole della musica rock, ma conserva la strumentazione da rock band. È strutturato in modo simile ai brani di compositori d'avanguardia del XX secolo come John Cage o Morton Feldman. Diversi frammenti melodici e armonici vengono suonati da ogni strumento alcune volte, prima di passare al frammento successivo. Sembra che non ci si preoccupi molto di far sincronizzare i frammenti dei diversi strumenti. Ciò che rende “Trout Mask Replica” così unico è che questo processo compositivo d'avanguardia è messo a punto con passione e abbandono sconsiderato da una rock band con influenze blues che scuotono la terra. Naturalmente, anche i testi sono unici.

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Sono sempre stato convinto che, al suo meglio, Beefheart possa competere con i migliori parolieri del rock, a cominciare da Bob Dylan... Prendiamo, ad esempio, il testo di “Neon Meate Dream Of A Octafish”, che è un vertiginoso affresco poetico in equilibrio sul linguaggio, per dimostrare che linguaggio e natura sono, in fondo, la stessa cosa. Secondo te, cosa rende i testi di “Trout Mask Replica” così unici?
Il mio interesse principale è la musica e all'inizio non mi sentivo qualificato per commentare in modo significativo i testi. Ciò che trovo interessante è il loro uso imprevedibile del linguaggio. Come nel caso della poesia beat o di alcuni poeti moderni in generale, i testi evocano immagini surreali che affondano le radici nell'epoca in cui sono stati scritti. A volte mi fanno venire in mente flashback onirici della prima infanzia, tra la fine degli anni 60 e l'inizio degli anni 70. Lo scopo (possibile) dei testi mi fa pensare all'arte e alla poesia Dada, che mi piace molto. Nel suo “Manifesto del Dadaismo” del 1918, Tristan Tzara scrisse che “Dada è nato da un bisogno di indipendenza, da una sfiducia verso l'unità”, riconoscendo “nessuna teoria ... (o) [laboratori] di idee formali”. Ciò ben si sposa con l’essenza della musica e dei testi di “Trout Mask Replica”. I testi si adattano perfettamente a questa musica.

Lucid tentacles test and sleeved
And joined, and jointed, jade pointed diamond back patterns
Neon meate dream of a octafish
Artifact on rose petals
And flesh petals in pots
Fact and feast, in tubes, tubs, bulbs
In jest, incest, in jest, in just, in feast, incest
And specks, and speckled, speckled
Speckled speculation
Fedlocks waddlin' feast
Archaic faces frenzy
Ceramic fists, artificial deceased
In cysts, rancid buds burst
Dank drum and dung dust
Meate rose and hairs
Meaty meate rose and hairs
Meaty dream wet meate
Limp damp rows
Peeled and felt fields and belts
Impaled on in daemon
Mucus mules
Twat trot, tra-la tra-la, tra-la tra-la tra-la
Whale bone fields 'n' belts
Whale bone farmhouse
Cavorts girdled in letters alight
Cavorts girdled in letters alight
A dipped amidst
Squirmin' serum in semen
In syrup in semen, in serum
Stirrupped in syrup
Neon meate dream of a octafish

Per ogni brano del disco, stai realizzando anche dei video, in cui sono presenti questi omini (tra l’altro tutti afroamericani) che rappresentano la band in cui hai smembrato la tua personalità musicale. Insomma, il progetto sta abbracciando diversi media. Cosa dobbiamo ancora aspettarci?
L'immagine dei The 180 Gs è stata inventata dai Negativland per la copertina di "180 D'Gs To The Future!". Era basata sulla mia idea dei 180 Gs come un legittimo gruppo doo-wop, gospel, a cappella con gusti musicali sbagliati. Il progetto è quello di completare i video di tutte le canzoni di “Trout Mask Replica Replica”. Alcuni di essi vedranno i “ragazzi” cantare e altri saranno semplicemente un'immagine della copertina dell'album o altre immagini statiche. È utile avere l'intera playlist dell'album su YouTube.

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Oltre a The 180 Gs, hai altri progetti musicali?
Fin dagli anni Ottanta, ho fatto parte di alcune band, la più importante delle quali è quella dei Gangster Fun, che suonava ska ed era di Detroit. Con loro, ho suonato la chitarra per gli spettacoli dal vivo, le tastiere e la chitarra in studio e dal 1995 al 2000 ho anche cantato. Abbiamo pubblicato quattro album e, tra il 1986 e il 2000, abbiamo suonato un sacco di concerti in giro per gli Stati Uniti.
Gli altri miei progetti in studio sono The Sursiks, che creano musica a partire da materiale non musicale. Io suono la maggior parte degli strumenti e scrivo la musica. Ho amici musicisti professionisti che suonano gli archi, i fiati e gli ottoni. Il loro primo album, “I Didn't Know I Was Singing Vol. 1”, è una raccolta di canzoni basate sulle altezze e sui ritmi dei messaggi vocali. Il loro secondo album, “Lydia Grace”, utilizza le riflessioni casuali di una bambina di tre anni come voce attorno alla quale è stata scritta la musica. Il loro terzo album, “Christmas In March”, si serve di varie voci parlate tratte dalla tv, dai film, da incisioni di auto-aiuto, da registrazioni religiose e da una varietà di altre fonti. “Suave Side Of the Moon”, il loro quarto album, è una space-age bachelor pad cover di “The Dark Side Of The Moon” dei Pink Floyd.
Poi c’è il progetto Oven Mitt Johnson, il leggendario chitarrista blues (di fantasia) la cui chitarra diventa così “calda” quando suona che deve indossare un guanto da forno (“oven mitt”) sulla mano sinistra. L'album “Hot Guitar” è stato registrato in questo modo.
I due volumi di “Reverse Engineering” raccolgono, invece, remix che ho realizzato per concorsi di remix tra il 2009 e il 2012. I remix di questa raccolta di solito utilizzano solo la voce principale del brano da remixare. La musica è completamente diversa. Per esempio, c'è una una canzone di Snoop Dogg rifatta come se fosse un canto marinaresco, una versione klezmer di “Shine 4U” di Carmen e Camille e una versione di “Games Without Frontiers” di Peter Gabriel con una musica interamente creata a partire da oggetti trovati (pentole e padelle, grossi pezzi di vetro rotti, tubi di metallo, tubi di cartone...).
Infine, ho suonato con gli Zermos, un trio free-improv composto da sax alto (Gary Robertson), basso acustico (Ryan Enderle) e da me al pianoforte. Registrammo tre album in tre ore e al buio.

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David (in alto, al centro) ai tempi dei Gangster Fun

Cosa fai nella vita, oltre al musicista?
Sono sposato e ho tre figlie. Mi piace passare del tempo con loro.
Sono un musicista professionista dal 1999 e sono anche il direttore musicale di una chiesa e, da due anni, lavoro come docente di musica in un'università locale. Impartisco lezioni di pianoforte e scrivo e registro musica per librerie di produzione (che forniscono musica di sottofondo per la televisione e i film). Ogni volta che ho un'ora o due di tempo libero, lavoro a progetti musicali indipendenti come The 180 Gs.

Hai già scelto il disco su cui lavorare nell'immediato futuro?
Il prossimo album sarà “Guns” dei Cardiacs. Due canzoni dell'album sono state completate qualche anno fa, quindi ho intenzione di tornare a lavorarci presto. Altre idee sono “Duty Now For The Future” dei Devo, “Dark Continent” dei Wall Of Voodoo e “Disco Volante” dei Mr Bungle.

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Discografia

DISCOGRAFIA ESSENZIALE The 180 Gs
Singin' To God (autoprodotto, 2018)
Commercial Album (autoprodotto, 2019)
Trout Mask Replica Replica (autoprodotto, 2024)
Pietra miliare
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