Il Santeria di Viale Toscana è la
location scelta per la tappa milanese del tour di
Bohren & Der Club Of Gore: il primo nella nostra penisola per una formazione con alle spalle un quarto di secolo di carriera.
Con questa premessa non può che essere alta l'attesa da parte del pubblico italiano, e in effetti la location si presenta da subito popolata: le sedie con cui è stata allestita la parte anteriore del "Teatro", lo spazio principale del centro culturale, sono già completamente occupate quando entro nella sala.
Mi posiziono dunque sul retro della platea: prima dell'arrivo sul palco della formazione tedesca, anche alle mie spalle si formerà un nutrito gruppo di spettatori. Quale ulteriore riprova di uno status di band di culto, il banco del merchandise è oggetto di un fitto andirivieni di appassionati, intenti a saziare la loro fame di vinili.
Una serata autunnale è il contesto ideale per la musica del combo teutonico: la fresca brezza novembrina, però, rende particolarmente limpida l'atmosfera del capoluogo lombardo. Non c'è problema: ci penserà Der Club Of Gore a rendere l'ambiente caliginoso.
Il palco che accoglie alle dieci e un quarto l'ensemble è uno scenario quantomai suggestivo: i fari proiettano un rosso acceso mentre il fumo scenico, lento nel diradarsi, fa il resto.
La formazione è ora ridotta a un trio, pertanto il compito di suonare le percussioni è ripartito fra i rimanenti membri: il contrabbassista Robin Rodenberg, il tastierista Morten Gass, mentre a Christoph Clöser - il cui torbido sax fenderà a più riprese la sala - vengono affidati campane e xilofono.
La scaletta abbraccia buona parte della discografia del gruppo: dal cinematico "Sunset Mission", del 2000, passando per il cupo "Black Earth" e ancora attraverso le melodie intimiste di "Dolores", fino all'ultimo album di inediti,
"Piano Nights" (2014).
Una scelta più che opportuna, quella del "best of", tenuto conto della première assoluta di questa sera e del fatto che la loro pubblicazione più recente è proprio una compilation, appropriatamente titolata "Bohren For Beginners".
Grazie al "portavoce" Closer, danno anche prova di avere un discreto senso dell'umorismo, espresso in un inglese "dilatato": un'ironia grottesca che ben si abbina alle atmosfere oniriche da loro create.
Suggestioni a tratti ipnotiche, "ambientali", si affiancano alla loro cifra stilistica preponderante, quella del film noir; dal vicino bar, proviene a tratti il rumore di bottiglie: un'intrusione che non guasta affatto.
I nostri suonano oltre un'ora e mezza e nel finale ringraziano sentitamente il pubblico che tributa loro un'accoglienza entusiastica.
Quello a cui abbiamo assistito è uno spettacolo unico, un vero e proprio evento: l'impressione è quella di essere entrati, pubblico e band, in una dimensione parallela, squisitamente surreale. La "missione" di questi tedeschi della Ruhr può dirsi riuscita.
Mi incammino in una notte ancora giovane, con le note del Club che mi risuonano nelle orecchie; guardo l'orologio, sono le 00.00... e, per parafrasare un suo brano, procedo nella mia midnight walk, passeggiando su tappeti di foglie e marciapiedi grigio scuro.