Ultimo episodio della mini-rassegna Blender promossa da Locomotiv Club, Disco d'Oro e Radio Città del Capo – con la presenza nelle settimane scorse di artisti del calibro di Clap! Clap!, Romare e Jessie Lanza – questa serata conclusiva ha come protagonista un nome di richiamo nell'ambito degli appassionati di musica elettronica: Nathan Fake. L'artista inglese oltre a tornare in tour in tutta Europa, presenta in questi giorni il suo nuovo album “Providence” su Ninja Tune, a distanza di cinque anni dal precedente “Steam Days”. Ad affiancare uno dei più grandi talenti dell'elettronica dell'ultima decade, c'è la band bolognese After Crash, che aprirà la serata con una manciata di brani provenienti dal suo esordio “Lost Memories”.
Per chi scrive, il duo italiano era una cosa nuova, dunque ascoltando via via i pezzi ci si accorge di quanta qualità ci sia nella musica di Francesco Cassino e Nicola Nesi. Post-rock, elettronica, pulsazioni techno, ambient, tantissima carne al fuoco centrifugata in lunghi strumentali a metà fra tentazioni dance-rock e velleità avantgarde. Senza mai perdere un grammo di efficacia, i due ragazzi si districano fra richiami illustri quali Telefon Tel Aviv, 65daysofstatic e in generale tutta la tradizione post-rock “deviata”. La flessibilità e l'efficacia anche in pista donano a queste tracce una grande adattabilità a vari contesti, dalla serata da club a quella più impegnata e seriosa. L'energia complessiva generata da questa esibizione fa ben sperare per il futuro del duo italiano: messi a punto alcuni dettagli e smussata qualche asperità di troppo, potrà davvero arrivare in alto.
L'esibizione di Nathan Fake, on stage a tempo record dopo il cambio di strumentazione sul palco, infiamma il pubblico fin da subito con l'energia delle sue nuove composizioni. Il quinquennio di attesa – senza dimenticare i due Ep “Glaive” e “Degreelessness” - ha fatto bene all'enfant prodige che esplode con tutta la sua fantasia sparando negli altoparlanti la sua personale visione dell'elettronica. Da sempre capace di mettere insieme techno, electro, downtempo e suoni campionati, il ragazzo proveniente da Norfolk non lascia scampo con una sequenza mixata di pezzi esclusivamente provenienti da “Providence”. Dalle staffilate della title track, passando per la malinconia downtempo della bellissima “Hoursdaysmonthsseasons”, fino all'episodio cantato di “RVK” - ospite la cantante di Braids e Blue Hawaii Raphaelle Standell-Preston – la musica fluisce liquida senza intoppi, alternando momenti concitati di furia techno a stasi estatiche supportate da pochi battiti.
Il segreto dell'artista di casa Ninja Tune è quello di scatenare l'inferno in pista senza mai eccedere o risultare uno sciacallo da grandi platee; il suo tocco quasi onirico permette alla sua elettronica da ballo di trascendere il sudore della pista ed elevarsi a metà strada fra musica d'ascolto e rave music. Da non dimenticare, essendo perfetto corollario a un'ora e mezzo di cataclismi sonori, i visual sviluppati appositamente per il lancio del nuovo disco, rappresentanti una serie di forme geometriche in evoluzione su sfondi psichedelici e molto evocativi.
A conti fatti, siamo qui a raccontare una serata di eccellente fattura, la speranza è che rassegne come queste siano parte integrante di tanti cartelloni nei locali di tutta Italia. Ricerca, fruibilità e tanta qualità, questo è il segreto per attirare pubblico in maniera eterogenea.