Per la provincia di Treviso, Villa Albrizzi Marini sta diventando, di mese in mese e da almeno un anno a questa parte, il punto d’incontro dove confluiscono gruppi/musicisti di alta caratura e un pubblico attento alla qualità, gente che non si soddisfa coi soliti nomi del mainstream. Uno degli esempio più eclatanti è dato dal concerto di Lydia Lunch in coppia con Marc Hurtado (metà del duo francese Etant Donnes, realtà di elettronica sperimentale già attiva con nomi quali Michael Gira, Genesis P. Orridge e fino ad Alan Vega), organizzato dall’associazione bassanese Le Notti de Il Bandito. Sabato 8 giugno, nell’affollatissimo cortile interno dell’edificio Ottocentesco, il duo ha portato in scena la crème del repertorio di un altro duo, quei Suicide del già citato Alan Vega e di Martin Rev, entità che ha riplasmato l’elettronica moderna a partire dal folgorante esordio discografico omonimo datato 1977.
Alle prese col materiale in scaletta, la Lunch si cala in una spaventevole concentrazione, una trance votata non tanto al misticismo ma alla connessione con la divinità del rock primorde: gli occhi fissi su un punto indefinito, due microfoni stritolati nelle mani, il suo lamento gracchiante racconta la tragedia delle vite perdute, le esistenze di chi è nato nel fallimento e sogna un riscatto al gusto di utopia. Da subito il di lei proverbiale caratteraccio ha la meglio: le luci non la soddisfano, i volumi non tornano e un involuto feedback innesca le male parole contro i fonici. Più volte i brani vengono mozzati a metà, interruzioni che sono parte di uno show volutamente imperfetto, vistosamente arrabbiato.
Le scelte “suicide” attingono prevalentemente ai due album degli anni 70; a spiccare, una “Ghost Rider” di sapiente rumore bianco per gli amanti dell’elettronica estrema e dell’industrial old school. Tra i canovacci digitali evocati da Hurtado, non pare di riconoscere classici del genere quali “Cheree”, “Dream Baby Dream”, “Harlem”, “Rocket Usa”.
Nella strage annunciata della murder ballad sintetica “Frankie Teardrop”, non c’è speranza, come da copione, grazie a una versione dilatata oltre i 10 minuti, dove il truce Marc minaccia gli spettatori, grida, invoca una rivoluzione con gesti nervosi da navigato performer e imbolsendo ogni suono di delay. Eppoi lo scazzo con un uomo sottopalco, il quale insiste a filmare la nostra che lo avvisa, si mostra infastidita, lo insulta, lo manda affanculo col dito, tira per aria il leggio, senza per altro ottenere lo stop alle riprese. Sfidata una volta di troppo, la Lunch centra il tizio con il liquido contenuto nel suo bicchiere, prende la propria borsetta e lascia il palco sbraitando, dopo 40 minuti di un’esibizione tiratissima.
E il pubblico che fa? Recrimina un bis? Se la prende col maleducato che l’ha stuzzicata fino al limite? No. Anestetizzato da una vita il cui leit-motiv è la rassegnata accettazione, ognuno si limita a prendere atto della fine dei giochi, si mette in fila per una birra e, alcuni, i darker nostalgici, dimenticano la frustrazione in pista, ballando sulle note di Joy Division e Gary Numan.
Dopo aver centrato l’ennesima data con la Storia (memorabili anche i concerti solisti di Steven Brown e Blaine Leslie Reininger - fondatori dei leggendari Tuxedomoon - svoltisi nel 2023) Le Notti de Il Bandito, nella guida di Gianfranco Gandolfi, si prepara a nuove sfide per l’autunno a venire: il nome che si sta attualmente corteggiando non va rivelato, certo, per scaramanzia, ma si tratterebbe di un altro personaggio cult, uno che, a partire dalla fine degli anni 70, ha contribuito a riplasmare il linguaggio della musica popolare mediante distorsioni e cacofonie. Un plauso speciale va fatto all’associazione Villa Albrizzi Marini, manipolo di donne e uomini che, coraggiosamente, ha lavorato e lavora alla riqualificazione di un complesso di edifici finito in disuso, avverando il sogno di uno spazio polifunzionale dove si tengono mostre d’arte, concerti, mercatini e dove prosperano un ristorante, un bar, un b’n’b e una manciata di negozietti e laboratori.
(Foto di Paola Simonetto)