Ospite recente del programma britannico Good Morning Britain,
John Lydon – storica voce
punk dei
Sex Pistols – non ha risparmiato critiche né ai rapper irlandesi
Kneecap, al centro delle polemiche per alcune dichiarazioni violente dei giorni scorsi, né ai leggendari
Rolling Stones. Con la sua consueta irriverenza, mostrata anche nella recente
intervista che ci ha concesso in esclusiva, Lydon ha dichiarato che la band di Mick Jagger farebbe meglio ad andare in pensione, suggerendo che ormai sia a corto di idee creative.
L’intervista ha toccato anche momenti più personali. Lydon ha parlato della morte della moglie Nora, scomparsa nell’aprile 2023, seguita a breve distanza da quella del suo manager e amico di lunga data. In preda al dolore, l’ex-
Johnny Rotten aveva annunciato l’addio alle scene, salvo poi cambiare idea. "Era la demenza a parlare", ha scherzato durante la trasmissione rivolgendosi ai conduttori Ed Balls e Susanna Reid. "Mi ero dimenticato quella parte". Riflettendo sulla propria natura indomabile, ha aggiunto: "Come ho già detto, non sono il tipo da restarsene a casa a riposare. Non fa per me. I
Rolling Stones invece dovrebbero proprio ritirarsi. Io ho ancora idee nuove per scrivere canzoni, e questa è una bella differenza. Ops, forse ho appena offeso qualche amante della musica".
Nel corso della stessa intervista,
John Lydon ha lanciato un duro attacco anche ai
Kneecap, gruppo rap irlandese finito
sotto i riflettori per il sostegno espresso alla causa palestinese nel conflitto israelo-palestinese e per attacchi violenti ai Tories. Alcuni vecchi video emersi online mostrerebbero il trio incitare alla violenza contro parlamentari britannici conservatori e simpatizzare per gruppi come Hamas e Hezbollah, tanto da attirare l’attenzione delle autorità antiterrorismo del Regno Unito. Le polemiche si sono intensificate dopo la loro controversa esibizione al Coachella, che ha spinto Sharon Osbourne a chiedere la revoca del loro visto di lavoro. Senza mezzi termini, Lydon ha dichiarato: "Se inciti all’omicidio di un altro essere umano, non c’è giustificazione. Da quel momento sei mio nemico per tutta la tua patetica esistenza. Non dovresti parlare così, non dovresti trasformare i tuoi simili in nemici. Detto questo… forse meritano davvero di essere ‘kneecappati’ a dovere!".
Di recente,
John Lydon aveva rivolto i suoi strali anche contro la reunion dei
Sex Pistols senza di lui. In una intervista al magazine online Louder Than War, l'ex-Johnny Rotten ha affermato di essere "scioccato da quanto siano orribili" i concerti dei Sex Pistols nella nuova incarnazione composta da Steve Jones, Paul Cook e
Glen Matlock, insieme a Frank Carter. "È un lavoro duro quello di imitare - ha proseguito Lydon - È una posizione ridicola in cui trovarsi, se non lo è già. In quale sistema di valori sta lavorando?". Ha dichiarato inoltre che questi live sono paragonabili al "karaoke". In più, l'ex-
frontman della band di "
Never Mind The Bollocks" ha riversato tutta la sua rabbia nei confronti di Carter: "Non comprende nessuno di quei testi. Non potrebbe, perché se li capisse non lo farebbe. Si vergognerebbe di imitare qualcun altro e di fingere che l'autore originale e il vincitore del premio 'Personalità dell'anno' non esistessero".
Anche di fronte all'ipotesi di rientrare nel gruppo, John Lydon è stato perentorio: "Dopo aver usato il sostegno finanziario di Walt Disney per prendermi in giro in tribunale, mentre Nora (la moglie di Lydon morta nel 2023,
ndr) stava morendo, e loro lo sapevano, per me è stato un atto malvagio che non posso perdonare facilmente. E perché dovrei? Non gli farò più favori. Mai e poi mai".
John Lydon prosegue la sua avventura nei
Public Image Ltd. (PIL), che saranno protagonisti anche di tre date estive in Italia.
Il tour, significativamente intitolato "This is Not The Last Tour", farà tappa a Grottaglie, Bologna e Genova:
19 luglio – Cinzella Festival, Cave di Fantiano (Grottaglie, Taranto)
20 luglio – BOnsai Bologna, Parco delle Caserme Rosse
21 luglio – Mojotic, Arena del Mare (Genova)
Un’occasione per rivedere dal vivo uno dei nomi più influenti della stagione post-punk, tra ritmi ipnotici, dub contaminato e urgenza espressiva.