Mojave 3

Spoon And Rafter

2003 (4 AD)
dream-pop

Questa volta i Mojave 3, dopo aver conferito il peso del classico a un'opera senza tempo come "Excuses For Travellers", sembrano aver voluto scegliere la via della leggerezza: fin dalla bucolica immagine di copertina, l'atmosfera che si respira tra le tracce del nuovo "Spoon And Rafter" è animata da un pop arioso, eppure sempre pronto a nascondere una vena di segreta malinconia. Proprio come le figure al margine della cover, che per il loro picnic indossano scafandri e bombole d'ossigeno, a suggerire la distanza che li separa dall'idilliaco panorama intorno a loro.
Ma se con questo quarto album l'intento della band inglese è quello di non cristallizzare la propria espressività nei confini intimistici delineati dai precedenti capitoli, i risultati non sembrano essere sempre all'altezza delle aspettative suscitate.

La lunga suite iniziale "Bluebird Of Happiness" è in effetti un esordio tanto spiazzante quanto promettente, che nasce da poche note di pianoforte distese su un placido tappeto di tastiere, su cui si inserisce la pedal steel a definire il tema portante del brano. Dopo un istante di cesura, come un sospiro trattenuto, ecco aprirsi un nuovo orizzonte melodico che si appoggia sull'ingresso della batteria, per poi trascolorare in una corale ripresa del tema iniziale.

Con l'affacciarsi della ritmica più solare delle successive "Starlite # 1" e "Billoddity", però, sembra che il suono della band, inseguendo nuove rifiniture elettroniche e tocchi di moog, voglia spingersi a riempire quegli spazi che la musica dei Mojave 3 era solita in passato lasciare magicamente vuoti. Un'impressione confermata dal fatto che, mentre il precedente album era dedicato al viaggio, i primi versi di "Spoon And Rafter" evocano da subito la strada del ritorno a casa: proprio questa attitudine "casalinga" coincide con una maggiore stratificazione e ricerca musicale da parte della band, nata dalle ceneri degli Slowdive, che sembra volersi allontanare dall'ombra familiare di Nick Drake (più di una volta evocata dal leader Neil Halstead nel suo album solista del 2002, "Sleeping On Roads"), per avvicinarsi alla direzione intrapresa da gruppi come Radar Bros. o, in parte, Mercury Rev, con raffinati arrangiamenti in cui non mancano archi, organo e pianoforte.

Il rischio è però che il maggior tempo trascorso nello studio di registrazione abbia alla fine l'effetto di appesantire con orpelli tutt'altro che indispensabili l'essenzialità dei chiaroscuri acustici dei Mojave 3. Non è un caso, allora, che al tono ironico e allo spirito britannicamente vaudeville di brani come "Battle Of The Broken Hearts" o "Tinker's Blues", più stucchevoli che coinvolgenti, si facciano preferire i momenti più rarefatti del disco: gli sbuffi di batteria di "Writing To St. Peter", i gentili ricami chitarristici di "She's All Up Above" e il banjo romanticamente country di "Between The Bars" non faticano infatti a rinnovare l'incantesimo sognante dei Cowboy Junkies, anche se la morbida voce di Rachel Goswell si limita in questa occasione ad accompagnare fedelmente quella di Neil Halstead, senza trovare come nei precedenti lavori la propria personale dimensione solista.

A nutrire il cuore affamato d'amore di "Spoon And Rafter", insomma, sembrano sufficienti ancora una volta quelle melodie carezzevoli con cui i Mojave 3 sanno sempre avvolgere l'animo: basta questo, in fondo, per continuare a essere grati alla sensibilità di Neil Halstead e dei suoi amici.

29/10/2006

Tracklist

1 Bluebird of happiness
2 Starlight # 1
3 Billoddity
4 Writing to St. Peter
5 Battle of the broken hearts
6 Hard to miss you
7 Tinker's blues
8 She's all up above
9 Too many mornings
10 Between the bars