Tv On The Radio

Return To Cookie Mountain

2006 (4AD)
alt-rock

Capita talvolta di avere la netta sensazione che il cavallo su cui si sta puntando sia vincente per forza. Quasi una sorta di fede. Il panorama musicale degli ultimi anni ci ha abituato a una perdita di sostanza e spessore mai davvero preoccupante o allarmante ma, per forza di cose, capace di affievolire il fuoco della passione che ci spinge a volerci guardare sempre intorno alla ricerca del nuovo, del buono. Parlavamo di scommesse: pare evidente che non sia poi così semplice, oggi, trovare un progetto in cui riporre aspettative concrete. No, non è affatto facile, così come non lo è per un artista sapersi reinventare e saper mettere in discussione ancora e ancora i propri limiti e la propria attitudine. Giocando a tirare in ballo i primi nomi che vengono in mente, dico Fiery Furnaces, Liars e Tv On The Radio. Tre band musicalmente diversissime, eppure capaci di appassionare e stupire. I primi due nomi hanno già avuto modo di dimostrare, quest’anno, a che punto è arrivato il loro bel cammino, tra deviazioni e accelerazioni. Ora è il momento dei Tv On The Radio, cavalli di razza su cui si è puntato forte nel 2004 grazie all’ottimo “Desperate Youth, Blood Thirsty Babes”.

Distribuiti ora in Europa dalla tenebrosa 4AD, i cinque di New York, diciamolo subito per non sviare, rilanciano decisi con questa seconda fatica attesa e chiacchierata come poche altre cose quest'anno. “Return To Cookie Mountain”, dopo ascolti ripetuti, suona imponente e importante pur rimanendo fedele al minimalismo che ha sempre contraddistinto la band. Produzione astuta perché esagerata e oculata allo stesso tempo: ogni canzone vanta un suono senza pari, pur basandosi sempre su poche idee, sviluppate e usate al meglio. Relativamente contenuta la varietà di timbri usati e poche, pochissime a dire il vero, le parti classiche di chitarra. Eppure non c’è un solo momento in cui si senta la mancanza di qualcosa, qualsiasi cosa, nel suono dei Tv On The Radio. Un beat caracollante, questo l'inizio di “I Was A Lover”, canzone che apre le danze: ritmica e loop non convenzionali, suoni circolari e taglienti come seghe, usciti da chissà quale assurdo gioco di pedali e filtri. Sembra di ascoltare la versione potenziata di “Poppy”, presente sul precedente lavoro, con le due voci nerissime di Tunde e Kyp a formarne una sola, potente e sensuale. Un pezzo soul che trasuda dark da ogni poro, attraversato com’è da tappeti di chitarra acidi e asfissianti.

Sinuoso, poi, l’orientaleggiante giro di basso di “Hours”, che ricorda molto il Peter Gabriel di “IV”, con Kazu dei Blonde Redhead a duettare con Tunde e un sax sornione in secondo piano. "Province”, uno degli episodi più belli e di classe, è tutta costruita su giri di piano che si rincorrono irrequieti su un beat midtempo , e può vantare un refrain cantato da sua maestà David Bowie, uno a cui piace giocare forte e vincere le proprie scommesse (anche gli Arcade Fire ne sanno qualcosa). Con “Playhouses” e “Wolf Like Me”, invece, si smette di dondolare e si comincia a correre sul serio: la prima, giro di batteria nevrotico come un cuore in sincope, synth che vanno e vengono e voci a scrivere la melodia; la seconda, una cavalcata wave come poteva esserla “India” degli Psychedelic Furs cantata, però, con un piglio pop accattivante.

Poi si torna a ritmi meno frenetici, tra ballate in odor di dub e persino certi richiami world, senza dimenticarsi mai del soul, vera matrice del disco, vero centro pulsante tra paesaggi niente affatto rassicuranti tracciati dagli strumenti, se così si può dire. “Return To Cookie Mountain”, però, vive anche di spazi vuoti, di pause, di cose non propriamente riuscite. Non fosse stato così, avremmo potuto gridare al capolavoro. Probabilmente questo disco, così speciale dal punto di vista sonoro, mostra il fianco in uno-due episodi forse non proprio memorabili a livello di songwriting, che affaticano un poco l’ascolto, così come era successo per “Desperate Youth Blood Thirsty Babes”. Mai come in questo caso è giusto pensare che le teste pensanti di casa Tv On The Radio abbiano ancora tante cose da dire, pur avendone già dette e ribadite tante in maniera più che convincente.

Con due album così (senza dimenticare il primo mini “Young Liars”, anch’esso ottimo) meritano ancora fiducia: “Return To Cookie Mountain” è senza ombra di dubbio un gran bel disco, così come i Tv On The Radio sono una band su cui puntare, sempre. Volete vedere che ci faranno vincere ancora?

24/08/2006

Tracklist

  1. I Was A Lover
  2. Hours
  3. Province
  4. Playhouses
  5. Wolf Like Me
  6. A Method
  7. Let The Devil In
  8. Dirty Whirl
  9. Blues From Down Here
  10. Tonight
  11. Wash The Day

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