Perfezionare il declino…
Hanno impiegato ben sei anni, ma ne è valsa la pena, perché queste due ore di musica confermano Adam Wiltzie e Brian McBride tra i massimi esponenti dell'ambient-drone contemporaneo. "And Their Refinement Of The Decline" è un'opera ancora una volta colossale, per dimensioni e ambizioni, anche se, forse, non così importante come gioielli quali "The Ballasted Orchestra" e "The Tired Sound Of...". Eppure, lo si voglia accettare o meno, il coinvolgimento emozionale è totale e profondissimo, così come è evidente lo slittamento verso un melodismo più pronunciato, a cominciare dalla fanfara al ralenti di "Dungtitled (in A Major)", aperta da un dejà vù kubrickiano (la sequenza iniziale di "Shining"...) e galleggiante in un vuoto pneumatico, con richiami e proiezioni di solennità disperse.
Questo è, in sostanza, uno dei migliori dischi per ricercare la pace interiore, una pace prefigurata, delineata con crescendo e voragini così impercettibili da lasciarci ammutoliti dinanzi al silenzioso, scostante segreto del cosmo ("Articulate Silences Part 1"). Potrebbe essere, chissà, una nuova liturgia dell'illimitato, con gli archi vibranti e malinconici che scivolano sotto pelle come lame Black Tape For A Blue Girl ("Articulate Silences Part 2"). I panorami scorrono pacificati, estenuati dall'insostenibile lentezza del farsi e disfarsi musicale ("The Evil That Never Arrived") - qualche brivido di inquietudine, giusto perché si sappia: niente è del tutto come sembra ("Apreludes (in C Sharp Major)".
In bilico sull'immateriale divenire del suono, profondissima quiete, quiete leopardiana ("Don't Bother They're Here"); si seguono, così, da lontano, vette e avvallamenti, la natura brulicante di riflessi metallici, come una bestia stanca e fradicia di pioggia ("Dopamine Clouds Over Craven Cottage"). Un dormiveglia rivelatore, in cui il ruolo subliminale della musica ("Even If You're Never Awake (Deuxième)") ci attira in un viaggio dentro e oltre noi stessi, verso uno strano simulacro, verso il titanismo dell'abbandono ("Even (Out) +)". Cos'altro è, poi, "A Meaningful Moment Through A Meaning(less) Process" se non un acquerello per la più indescrivibile e subdola delle nostalgie? Quella nostalgia, insomma, che chiama in causa niente di definito e di reale, ma solo il significato ultimo di noi stessi, la nostra radice ultima.
Aperto dall'inquieta "Another Ballad for Heavy Lids", il secondo disco mostra un dinamismo più scoperto e si avvale, inoltre, di un suono leggermente più “denso”, nonostante sia pur sempre la dilatazione “sospesa”, austera e cinematica il cardine dei loro affreschi metafisici, come ben dimostrano i tredici minuti di "The Daughters of Quiet Minds". La brevissima, quanto dolente, elegia di "Hiberner Toujours" possiede un’austerità atemporale e “utopica”, a differenza di "That Finger On Your Temple Is The Barrel Of My Raygun" che sprigiona, invece, un’indolenza radiosa, anemicamente enfatica.
E’ un percorso che si fa man mano più introspettivo, arabescando sensazioni e brandelli di sogno, fino a scivolare verso il baratro della memoria, sulle note di un pianoforte trasognato (“Humectez La Mouture”). Questo decentramento "tragico" tocca l’apice nel requiem classicheggiante di "Tippy's Demise", mistero intenso e sconfinato, come "resti di una purezza più profonda", brandelli di un sinfonismo mentale ("The Mouthchew").
La musica possiede un segreto che solo i nostri sentimenti potrebbero rintracciare. Le distanze fisiche sono niente al cospetto delle distanze spirituali. Succede, allora, che mentre ci perdiamo dentro questi oceani di paradisiaco splendore, in cui anche il ricordo dell'inferno (l'inferno "terreno" e Strindberg-iano...) viene filtrato e ridestato a nuova vita, ci sorprendano proiezioni di memorie che scavano a ritroso nel tempo, perfezionando il declino del corpo con l'elevazione dell'anima a luogo immaginifico per l'eternità dei ricordi ("December Hunting For Vegetarian Fuckface", diciassette minuti di deriva ascetica, diciassette minuti di delirio inintellegibile).
La musica, dopotutto, è solo un simbolo. Alle sue spalle, una luce che ci reclama. Sempre.
30/03/2007
Cd 1:
1. Dungtitled (in A Major)
2. Articulate Silences Part 1
3. Articulate Silences Part 2
4. The Evil That Never Arrived
5. Apreludes (in C Sharp Major)
6. Don't Bother They're Here
7. Dopamine Clouds Over Craven Cottage
8. Even If You're Never Awake (Deuxième)
9. Even (Out) +
10. A Meaningful Moment Through a Meaning(less) Process
CD 2:
1. Another Ballad for Heavy Lids
2. The Daughters of Quiet Minds
3. Hiberner Toujours
4. That Finger on Your Temple Is the Barrel of My Raygun
5. Humectez La Mouture
6. Tippy's Demise
7. The Mouthchew
8. December Hunting for Vegetarian Fuckface