Sunburned

Z

2007 (Ecstatic Peace)
freak-rock
di
5.5

Di una corrente, il free-folk, che per sua intrinseca natura straborda di uscite più o meno carbonare i Sunburned Hand Of The Man (ora solo Sunburned) in questo senso sono tra i peggiori. In un decennio di vita hanno inquinato il globo con una (stima) cinquantina di uscite a loro nome, la stragrande maggioranza in cd-r o vinile, poche copie, quasi tutti disperse e battute a caro prezzo su eBay. Nessuna novità insomma. Come non è una novità il corollario secondo cui la quantità inficia la qualità media del prodotto, e, per mettere subito le cose in chiaro, “Z” non fa nulla per smentire questa tendenza.
Bisogna premettere però che i Sunburned si sono sempre distinti dal resto dai loro compagni freak per un approccio quanto mai duro e massiccio; al posto dei viaggi bucolici dei loro colleghi il collettivo preferisce attaccare frontalmente con infuocate free jam session. Un approccio favorito dal fatto che i Sunburned hanno una formazione particolarmente variabile ed aperta a collaborazioni esterne, capita quindi che ci siano una dozzina di persone a suonare assieme (con scarse idee comuni sul da farsi).

I primi due pezzi di “Z” tirano dritto per questa strada. Sezione ritmica in delirio (c’è il solito Corsano dietro a una batteria) e tutti gli altri (chitarre, fiati, disturbi elettronici, pedali, nastri e quant’altro) a improvvisare sopra. L’impatto c’è, ogni tanto un ritmo killer ne viene fuori e in definitiva è un bel sentire.
Quindi gli intoppi. La terza traccia arranca non trovando una sua dimensione, mentre le due restanti sono un bad trip senza capo né coda. Anche qui qualcosa di buono a volerlo si trova, ad esempio la coda di "∞∞∞∞" (tutte le tracce hanno il programmatico simbolo dell’infinito), ma lo svacco globale è davvero eccessivo.

I Sunburned, ad ogni modo, sono uno dei gruppi cardine della New Weird America, tanto quanto la No-Neck Blues Band, i Jackie-O Motherfucker o Matt Valentine, e in passato avevano realizzato più di qualche disco degno di nota (su tutti il monolitico e travolgente "Jaybird", settanta e più minuti di kraut-funk a testa bassa) ed è quindi un peccato vederli sprecare la possibilità di realizzare un disco per una etichetta che, anche in virtù del suo titolare (Thurston Moore), potrebbe garantire loro una certa distribuzione e promozione realizzando un disco essenzialmente, brutto dirlo, inutile.

25/08/2007

Tracklist

  1. ∞∞
  2. ∞∞∞
  3. ∞∞∞∞
  4. ∞∞∞∞∞

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