Forse il problema di "Comicopera", nuovo disco del santone Robert Wyatt, sono le aspettative. Artista anarchico e geniale, anni di pausa e ritorni di fiamma, libero in ogni fibra e cantore di libertà, abituato a metter su disco quel che gli pare quando gli pare. A questo giro soltanto quattro gli anni di silenzio (questa la distanza da "Cuckooland"), rispetto agli ormai abituali sei.
Solito stuolo di fidi ed illustri collaboratori (Eno, Weller, Manzanera, Whitehead) per un album diverso dagli ultimi, diviso in tre atti praticamente indipendenti, gran bella mattonata ad ascoltarlo tutto d'un fiato. Cinque, sei, cinque: totale di sedici, cinque cover, una reprise, due canzoni (che poi sono la stessa) a firma Wyatt/Eno.
L'atto primo, "Lost In Noise", è lo spazio del Wyatt stampo classico, versione autore di canzoni. Marchio di fabbrica il pullulare di fiati e l'atmosfera introversa e inquieta di "Stay Tuned" (che pure è di Anja Garbarek), scossa da guizzi gospel. In realtà il grande vecchio mostra inattese deficienze nei pezzi propri, perdendosi nei meandri di qualche terreno jazz sin troppo ermetico ("You You", "A.W.O.L.", che pure vanifica una melodia dal sapore oniricamente beatlesiano). Mette a segno però un gran colpo, la bella e modesta romanticheria "Just As You Are", puro pop a due voci.
"The Here And The Now", corpo del disco, e sostanzialmente la parte cui è più dovuto il titolo, è una raccolta di mottetti dal sapore satiricamente politico. "A Beautiful Peace"/"A Beautiful War" è la collaborazione con Eno, uno stornello country riletto in bella copia da pianoforte e pulsazioni di sospiri; "Be Serious" è un punzecchiante blues sulle differenze di credo. Momenti gradevoli, come la colorata passeggiata strumentale "On The Town Square"; eppure deludenti, dovendo costituire il corpo pregnante dell'opera.
Il per nulla riuscito esperimento di "Out Of Blue" (fiati e sussurri oscuri ed elettronica disturbante) trascina nell'atto conclusivo, "Away With The Fairies". E' l'evitabile spazio cover, dominato dal lungo, lento, estenuante ciondolare di "Cancion De Julieta", in cui vengono ripescate la "Del Mondo" dei C.S.I. (in un tripudio di synth) e "Hasta Siempre Comandante", dedicata al Che.
Tenendo in disparte la santissima libertà d'espressione, "Comicopera" è, sostanzialmente, una raccolta di b-side, povera di cose da dire e, nonostante ciò, dette troppo a lungo. Non decolla mai, né nei tessuti musicali stesi, che sono giusto un pizzico di belletto steso su di un viso abbandonato dalla gioventù, né a livello melodico. Invero, Wyatt non pare avere neanche l'intenzione di.
Venuto al mondo tanto per stare in compagnia (come da dichiarazioni), è un tipico disco da fan che si aggiunge supinamente ai suoi lavori minori.
"Shleep" sembra lontano un'era fa.
12/10/2007