A quattro anni di distanza da "Elegia", "Psiche", più che un album di inediti di Paolo Conte, è la conferma che il Conte scrittore di canzoni post-"Razmataz" ha ripreso l'entusiasmo di compositore e performer. Dal punto di vista della scrittura, "Psiche" ripete il gioco del predecessore: speculare sui temi più cari del cantautore attraverso una sordida revisione di liriche e orchestrazione, ma facendo in modo che il tutto non suoni diverso da un'ipotetica sommatoria delle precedenti opere.
La questione è chiara già dall'avvio lento della title track, un adagio jazzy da piano-bar che incornicia un ermetico motto poetico, ma anche nella spenta ballata di "Intimità", nella convenzionale "L'amore che" e in "Coup de Theatre" (una revisione di "Max").
La consueta classe si ammira in "Big Bill", un ritorno alle atmosfere più impalpabili di "Paris Milonga", con piano e synth irrequieti, e nello swing-rock con coro e ottoni di "Silvery Fox". "Bella di giorno", dall'andatura a mo' di valzer parigino suonato per sola elettronica (senza piano), e "Leggenda e popolo", ancor più sospesa (e inconsistente), riprendono la linea impalpabile di "Big Bill".
Nuovi auto-tributi coinvolgono "Velocità silenziosa" (una cavalcata stride che è la prima rimembranza del suo vecchio amore dai tempi di "Diavolo rosso", la bicicletta) e il dimesso boogie orchestrale di "Così o non così", quasi uno scarto di "Parole d'amore scritte a macchina". Invece, fattori di novità stanno nella brass band brasileira di "Danza della vanità", nel soul-gospel "Il quadrato e il cerchio", nel tributo al suo allievo Vinicio Capossela di "Ludmilla" e nella drum machine della debole "Omicron".
Grazie a una ritrovata vena d'arrangiamento con fastoso uso di synth, è una collezione che mescola al solito eleganza a spicciola quotidianità; il fatto nuovo è che sbiadisce in stanca nostalgia. Voce profonda come mai, ma anche pervasa da una senilità intristente. La seconda voce di "Coup de Theatre" è di Emma Shapplin, un'altra musa della contaminazione tra ere; "Velocità silenziosa" gli era stata persino commissionata per la sigla del Giro d'Italia 2007.
Preceduto e seguito a breve distanza da "Paolo Conte Plays Jazz", una riesumazione dei primissimi giorni del Conte improvvisatore, e "Blue Swing", l'ennesima raccolta (stavolta più essenziale di "Wonderful"). Primo frutto del nuovo contratto con la Universal.
25/09/2008