Matthew Robert Cooper, "chi era costui?", verrebbe da dire; ma certamente non a quanti seguono con attenzione le vicende della musica indipendente, con particolare riferimento a quella a grandi linee etichettabile come ambientale.
Si sveli allora subito l'arcano (che tale, peraltro, non è): Matthew Robert Cooper altri non è che l'artista americano già autore di quattro album sotto l'alias Eluvium, che con il suo lavoro dell'anno scorso, "Copia", ha raggiunto un perfetto equilibrio tra le due principali anime della sua musica, quella incentrata su un semplice e toccante minimalismo pianistico e quella orientata a liquide sonorità di ambient orchestrale.
Dai medesimi presupposti parte anche questa uscita, la cui natura estemporanea traspare già dalla scelta di Cooper di utilizzare in essa il suo nome di battesimo, in luogo dell'abituale alias, con tutta probabilità non dettata semplicemente da motivazioni di esclusiva discografica.
Pubblicato in duemila copie solo in vinile dalla piccola Gaarden Records, come il suo stesso titolo dimostra, "Miniatures" è una raccolta di frammenti sonori attraverso i quali Cooper ripropone gli elementi essenziali della sua musica, contingentandoli sotto forma di interludi, in alcuni casi molto brevi e comunque in genere più concisi rispetto alle articolate sinfonie ambientali di Eluvium.
Quasi fossero un'appendice di "Copia", le nove miniature comprese nella poco oltre mezz'ora di questo lavoro offrono un nuovo saggio delle qualità compositive di Cooper, tanto nei pezzi di solo pianoforte quanto in quelli di un’impalpabile levigatezza ambientale. I primi presentano ancora la consueta, disarmante semplicità di accordi, inserendo però talora, sulle poche note cristalline, armonie connotate da una struttura lievemente più movimentata (l’ottima "Miniature 4") e persino una certa inedita vivacità (il minuto di "Miniature 8").
I brani ambientali, anche in ragione della loro maggiore durata, si collocano invece su un registro più compiuto rispetto a quelli pianistici, ridotti, nella maggior parte dei casi, a veri e propri intermezzi. Accanto alle saturazioni policrome che accompagnano i solenni crescendo di ambient orchestrale di "Miniature 9" e soprattutto dell'ottima "Miniature 3", vi sono anche passaggi nei quali le parti suonate si percepiscono in maniera più definita, per esempio sotto forma delle sinistre note d'organo di "Miniature 5" e della ariose modulazioni di "Miniature 1", brano nella cui parte conclusiva sottili distorsioni si fanno strada tra l'ibernato fluttuare delle due note che lo sorreggono.
Lavoro di transizione, per forma e contenuto, del quale lo stesso Cooper è sembrato voler sottolineare la marginalità rispetto al progetto principale, "Miniatures" va comunque interpretato come piccolo trait d'union tra lo splendido "Copia" – del quale può considerarsi diretta e naturale prosecuzione – e il nuovo album di Eluvium che verrà, non un mero riempitivo tra uscite, ma nemmeno opera in grado di coinvolgere ed ammaliare al pari delle migliori prove del compositore americano.
01/09/2008