I Green Day ricominciano da zero. Sotto il misterioso nome Foxboro Hot Tubs (termine che indica lo spegnimento di un uomo in fiamme!) si cela, se già non lo sapevate, il trio punk californiano.
"Stop Drop And Roll" suona un poì come una fuga dal mondo patinato di Mtv e dagli stadi pieni di fan scalpitanti. Il successo spropositato di "American Idiot" ha spinto i Green Day più in alto di quello che, forse, si potevano aspettare. Gli stessi media li hanno decretati in fretta e furia i nuovi profeti "politici" del ventesimo secolo. E così via, tra il ritiro di un Grammy e una canzone realizzata assieme agli altri grandi "impegnati" del circuito mainstream internazionale, gli U2. Forse un po' troppa pressione per questi tre eterni giovincelli che in fondo non hanno mai voluto far altro che suonare i loro tre accordi per divertire i fan.
I Foxboro Hot Tubs sono così un'occasione per staccare la spina, tornare a suonare in piccoli locali, rilasciare album per il solo circuito indie, e soprattutto rinnovare la propria dichiarazione d'amore nei confronti del rock'n'roll. Perchè "Stop Drop And Roll" è innanzitutto una divertente e appassionata antologia del miglior garage-rock stile anni 60-70 (a cui allude pure la bella cover vintage).
Senza intellettualismi, o autocompiacimento, Billie Joe Armstrong e il resto della band (qui affiancati da altri tre musicisti) se la spassano a riscrivere i classici del rock, prendendo spunto da tutto e da tutti. Nel bellissimo singolo "Mother Mary" si sente "Lust For Life" di Iggy Pop, gli accordi di "27th Ave. Shuffle" sono gli stessi che aprono "Run Run Run" degli Who, e poi ci sono i Kinks, i più saccheggiati. Billie Joe non ha mai nascosto il suo amore per la band di Ray Davies ("Warning", sottovalutato album transitorio, è stato scritto con in testa proprio i Kinks), e qui costruisce ben due brani - "Red Tide" e "Alligator" - sulla struttura di "Tired Of Waiting For You" e "You Really Got Me".
Ma tutti questi rimandi non disturbano, ma, anzi, creano un humus ideale su cui far crescere nuove idee e sviluppare melodie frizzanti (che è un po' l'essenza del garage-rock).
Dei dodici pezzi che compongono l'album non ce n'è uno fuori luogo, e tutti sono dannatamente divertenti. Ovvio, nulla di nuovo sotto il sole. Ma questa è tra la musica migliore che i Green Day ci hanno consegnato da parecchio tempo a questa parte.
26/06/2008