In molti sanno della vicenda di “Strange Attractor”, il nuovo disco dei Mercury Rev edito il 30 settembre scorso assieme a “Snowflake Midnight”, ma messo a disposizione gratuitamente in rete, previa iscrizione alla mailing list del gruppo.
Ciò che offre l’album non si scosta, prevedibilmente, dal limitrofo, citato “Snowflake Midnight”: uno straniante salto nel buio in un cinematico cosmo digitale che ha spiazzato buona parte dei fan del gruppo.
Tutto si può dire di Jonathan Donahue e soci fuorché vivano di rendita. La band di Buffalo, agli esordi un ventennio fa, non potrebbe apparire più distante da questo recente duetto. Ciò nonostante, la matrice originaria è quella medesima alma psichedelica sempre fedele, che tutto muove... e quella inesausta ricerca di spiritualità, anelito mai sopito.
I Mercury Rev nel 2008 sono un trio (J. Donahue, Grasshopper e Jeff Marcel, l’ex socio David Fridmann alla co-produzione), un combo in rinnovata metamorfosi (...So Unpredictable, imprevedibili, citando uno dei loro titoli recenti), che sembra ringiovanire come Dorian Gray, immergendo la propria epopea in celestiali armonie elettroniche dagli effetti cromatici inusitati e dalle complesse architetture all'avanguardia. Una materia sonica rinnovata e multiforme, trasognata ed enfatica, che i Mercury Rev stessi hanno rinverdito in autonomia e in portentoso equilibrio, disco dopo disco, ieri come oggi.
Comune denominatore alle diverse età dei Rev resta il talento, lo slancio e il passo di estetiche assolutamente moderne; il saper convertire abitudine in bellezza, assuefare in una nuova tensione allucinante e spirituale. Trovare una comunione possibile tra diverse forze, condensare reale e ciò che ne è avulso, come facevano i surrealisti.
“Strange Attractor” è un intenso, rigenerante tuffo in estesi panneggi di psichedelia elettronica, in tastiere retrò in technicolor, il cui effetto atmosferico spirituale incontra componenti onirici; sin dal brano d’apertura “Love Is Pure”, rinviandosi brano per brano, senza soluzione di continuità.
“Strange Attractor” nel proprio titolo confessa la propria suggestione fatale: un’ostinata volontà che persuade a navigare con gli occhi, per ignoti percorsi astrali o simbolici. Si mostra come assestamento monomaniacale di “Snowflake Midnight”, nel graduale svelarsi di reami lastricati in tenue, malioso vintage digitale dai toni cristallini, con corredo di chitarre sublimi e orchestrali affabulati (“Fable Of A Silver Moon”, “Pure Joie De La Solitude”, “In My Heart, A Strange Attractor”).
Le utopie e i traumi del vissuto dialogano ancora con noi, nel levigato splendore tecnologico del presente. Ne scaturiscono collage musicali costantemente ibridi, permeati di altre immagini e texture multiformi (l’affascinante “Nocturne For Norwood”, in enigmatica chiusura d'album), tali da far assuefare in esse. La forza di gravità si annulla, la materialità è prosciolta, l’emotività è a nudo.
Questo tripudio strumentale, per paradosso, enfatizza profondi silenzi, delimita luoghi interiori.
Un massimalismo che mima silenziosi cori angelici nel continuo, magico mostrare e scambiare elementi dall’informe groviglio cosmico digitale. Intrigante al punto da preferirsi ai vocalizzi concreti di Jonathan nel precedente album, un Icaro quasi in ostruzione all’artificio di spazi e tempi evocato dagli strumenti, ai loro complessi giochi di prestigio.
Non è la prima volta che i Mercury Rev si cimentano in un’opera prevalentemente strumentale, c’era stato ad esempio il suggestivo trip ambient-psych pubblicato a nome Harmony Rockets (“Paralyzed Mind Of The Archangel Void”, 1995 Beggars Banquet), un concept surreale sulla persistenza lacerante della memoria.
“Strange Attractor” nello specifico raccoglie brani intenzionalmente lasciati non incompleti ma sospesi, come dichiara Jeff Marcel, tastierista e batterista del gruppo, “open ended”, come il finale di alcuni film, tesi verso una soluzione “probabile”, eventuale e non certa; fatta immaginare all’ascoltatore, estendendosi nella sua mente.
Un lavoro catartico per il gruppo, un’autoanalisi liberatoria a vent’anni dalla propria costituzione e resa omaggio, non si dimentichi, a chiunque, il quale ricavandolo dalla rete potrà apprezzare nuovi impulsi, volute e mutazioni di questa formazione "…So Unpredictable".
02/10/2008