Natural Snow Buildings

Laurie Bird

2008 (Students Of Decay)
drone, avant-folk
7.5

Emozionante ritorno per Natural Snow Buildings, transalpino duo folk-drone attivo da dieci anni circa. Dietro la sigla i polistrumentisti Mehdi Ameziane e Solange Gularte, anche in Twinsistermoon e Isengrind.
La prima lunga traccia di questo nuovo album, diffuso purtroppo in tiratura limitata, si chiama “Song For Laurie Bird”: una complessa, screziata elegia nostalgica che accende un’alba nuova; un denso tripudio cromatico di tastiere cosmiche, rifrazioni oniriche, dissonanze e distorsioni estasiate.

Nel proprio corso, sul volgere, tracce acide, di misticismo; echi di vertiginose astratte tensioni in viluppo.
A volte tenera e chiarissima, altrove grave: questa suite è una sublimazione della bellezza che si manifesta piena e cosciente, che fiorisce inesplicabile e fuggevole. Per poi osservarsi mera sembianza, e sconvolta, serrare nel proprio dissidio.
Loop e drone in (dis)integrazione, quali componenti strutturali di un poema sonico, piovono giù in una cattedrale di vetro, come chiari frammenti di un film immaginario, che percorre a ritroso l’immaginario.
“Song For Laurie Bird” è un commosso memoriale, lucido e inquieto, un’opera nell’opera. Un tentativo di intercedere e comunicare attraverso il medium musicale, avvicinando corpi, risvegliando anime.

“Cockmotherfighting” è d’altro canto il rovescio interiore, in prima persona. Dapprima innesca una danza tetra, incalzante e marziale, cadenzata e iper-rallentata, come fosse sui binari di uno spietato “slow-motion”, in simbiosi a una nota sequenza del film di riferimento ideale, “Cockfighter”.
Un cataclisma sospeso su un crinale del non ritorno, in cui qualcuno indugia in un gioco pericoloso.
Poi, lentamente, tutto addolcisce, stempera in una cantilena taumaturgica accesa e avvolgente. Un tripudio di colori che dà sollievo, mostra possibili realtà oltre la scorza d’assurdo che spinge al rigetto.
Bordate di psichedelia ipnotica e divorante, pulsante e vitale; una caotica stratosfera percorsa e segnata dall’angelico canto femminile.

“Orisha’s Laments” è un’altra processione suggestiva e ispida, coercitiva e abrasiva, che riluce e si accentua, trivellata di cuspidi scintillanti, intrisa di sonagli e di strumenti a corda; e che decompone accumulando livore, tra effetti e fragori.
Nel riprodurre immagini, agitandosi tra ombre senza nome, solleva figure ataviche, di riti sciamanici. Origina quindi un contrasto inquietante, nel proprio indistinto.

Natural Snow Buildings ripercorrono persuasivi l’angoscia e lo smarrimento di un’esistenza sull'orlo dell'abisso (la giovane Laurie Bird del titolo, che finì suicida), non distanti dalle atmosfere tese e ansiose, fatte di "panoramiche musicali" distorte, che ispirarono il loro connazionale Ilitch/Thierry Muller nel suo "10 Suicides" (1980).
Da testimoni a cospetto, essi mimano l’angoscia: impuntata come un disco incantato, dimenata come in trappola; liberandosi sfocia protesa, inevitabilmente, in un “fade out” perpetuo.

06/04/2008

Tracklist

  1. Song For Laurie Bird
  2. Cockmotherfighting
  3. Orisha’s Laments