Trentatré anni, fondatore del gruppo post-hardcore At The Drive In, chitarrista, compositore e produttore dei Mars Volta, Omar Rodriguez Lopez dimostra di essere alla costante ricerca di stimoli musicali diversificati. La collaborazione con Lydia Lunch, l’amore per il cinema di Lynch e Cronenberg, la passione per McLaughlin e il jazz sviluppano un insieme di attività che minacciano di sommergerci in questo 2008. Omar ha infatti dichiarato di aver pianificato per quest’anno 17 album…
Pubblicato solo in vinile in edizione limitata di 500 esemplari, esce ora anche su cd "The Apocalypse Inside Of An Orange”, disco destinato a divenire cult per svariati motivi.
Molti considerano i Mars Volta un ensemble che non riesce a dar forma alle sue ambizioni di nuovo prog-group, e pur riconoscendo il merito di evitare le secche del revivalismo, si può affermare che il progetto sulla carta sia migliore dei risultati. Per Omar Rodriguez Lopez si può sostenere lo stesso principio, anche se nei risultati il suo mix di Mahavishnu Orchestra, Santana e progressive è molto affascinante nonché più concreto.
In verità l’escursione solista denota una corposità e una tenuta che nei progetti Mars Volta non si annotano più. Gli elementi free-jazz si fondono con forza in un tessuto rock-psichedelico arricchito da toni latini e hard-rock.
La chitarra viene fuori con convinzione, e sembra essere più a suo agio nelle lunghe composizioni strumentali, quando il suono si fa più latino, come nella ottima ”Spared From The Insult List”, o più rock-funk, come nell’iniziale “Melting Chariots”.
Elementi noise o elettronici si amalgamo rendendo alcune composizioni elaborate e anche un po’ eccessive (“Jacob Van Lennepade II” e “Knee Deep In The Loving Hush Of Heresy"), ma senza rasentare la noia, anzi dispensando molte buone vibrazioni.
Ottime la breve (e ricca di soluzioni melodiche-ritmiche) “Baby Fat” e la title track, che grazie a una struttura multiforme esprime in modo originale e interessante la combinazione degli elementi musicali del quintetto.
Ambizioni prog caratterizzano la conclusiva “Coma Pony”, che rende omaggio al mito dei King Crimson con gusto e senza toni didascalici.
In definitiva, un lavoro che sorprende e trascina, “The Apocalypse Inside Of An Orange”, destinato a un futuro di cult-album per le sue peculiarità difficilmente riscontrabili in altri progetti del bravo, ma a volte dispersivo, chitarrista.
25/05/2008