Al terzo album nel giro di appena diciotto mesi, Jerome Reuter, in arte ROME, dimostra come per lui non esista altra preoccupazione oltre quella di rendere sempre più vivo, compiuto e personale il proprio universo artistico. Una dimensione popolata di voci e visioni, un limbo dove passato e presente si intrecciano e si specchiano l'uno nell'altro; da lì Jerome osserva le scelte, le passioni, le illusioni, le sconfitte di una umanità al bivio, oggi come ieri. Ne partecipa ora con riluttanza, ora con trasporto e commozione, se ne allontana scontroso tornando a chiudersi nel suo bozzolo. Servendosi di una varietà di stili, influenze (Death In June e Neubauten su tutti) e stereotipi che il suo coinvolgente songwriting sa contaminare e rivitalizzare; in questo senso "Die Nelke" e "Neue Erinnerung" sono i nuovi fulgidi gioielli attorno a cui ruota questo terzo album del prolifico artista lussemburghese; partendo dai "soliti" accordi neofolk, guidate da una voce sempre più profonda e espressiva, queste canzoni si innalzano in percorsi ascensionali che, specie nei loro epici e sconsolati refrain, sfiorano vette di inaudita bellezza.
Corre veloce, Jerome, non perde tempo a guardarsi indietro, non cerca compromessi, solitario e impenetrabile: l'ansia disperata che invade "Wir Gotter Der Stadt", sembra lottare contro sé stessa e costituisce un altro momento clou dell'opera. Alza il tiro Jerome, compone il suo lavoro più complesso e sfaccettato, valorizzando sempre più la musicalità delle sue composizioni; l'importanza non ruota attorno all'atmosfera plumbea che ci si aspetta da un disco del genere, e che pure riveste sobriamente ogni istante del disco; no, la forza di ROME sta ora più che mai nell'universale potere di strofe e ritornelli.
E più che mai ROME si nutre di bruschi e rischiosi contrasti: il sarcastico carosello "Die Brandstifter" (non deve essere passato inosservato "Paris Spleen", l'ultimo album uscito su CMI dei nostri intrepidi Ataraxia) trova un suo alter ego opposto e complementare nel gelido requiem "Wir Moorsoldaten", di esemplare rigore formale. La sensibilità dark che opprime la fangosa "Kriegsgotter" trova modo di illuminarsi nello struggente cantautorato di "Der Erscheinungen Flucht". E già in apertura colpisce il violento stacco tra le soffici folate ambient di "Sonnengotter" e il tumulto di "Der Brandtaucher". Eppure ognuna delle molte anime dell'album trova il suo ideale compimento nell'insieme, lasciando ulteriori margini di miglioramento ad una formula che in ogni caso sa esprimersi sempre con efficacia.
Prova di maturità superata a pieni voti, "Masse Mensch Material" tiene alto il livello qualitativo di un artista che a nemmeno due anni dalla sua improvvisa comparsa sulla scena consolida uno spessore che si fa sempre più "classico". Senza preoccuparsi di bruciare le tappe troppo in fretta. ROME è fierezza, intelligenza, equilibrio.
09/03/2008
1. Sonnengötter
2. Der Brandtaucher
3. Das Feuerordal
4. Der Tote Spielmann
5. Wir Götter Der Stadt
6. Die Nelke
7. Der Erscheinungen Flucht
8. Die Brandstifter
9. Kriegsgötter
10. Wir Moorsoldaten
11. Neue Erinnerung
12. Nachklang