Andrew Douglas Rothbard

Exodusarabesque

2009 (Peaking Mandala)
psichedelia, elettronica, free-freak-folk

Ex-membro dei Vss e dei Pleasure Forever, Andrew Douglas Rothbard approda con “Exodusarabesque” al suo secondo disco in solitaria.

Quel sound al confine tra psichedelia, free-folk ed elettronica, già messo a punto nel precedente “Abandoned Meander”, giunge a maturazione in queste tredici composizioni in cui le texture si fanno più dense e avventurose, lasciando che la fantasia proceda a briglia sciolta attraverso le foreste dello Spirito. Una fantasia camaleontica e visionaria, capace di pennellare tripudi lisergici come se fossero arabeschi cangianti e filiformi.

Quelle di Rothbard sono masse allucinogene di sensazioni vorticose, lenti deformanti attraverso cui la realtà può, in un solo colpo, manifestarsi come il giardino dell’Eden e la valle dei dannati (“Elief”). E’ proprio in questa altalena di angelico e demoniaco che “Exodusarabesque” rintraccia il passaporto per la rivelazione.

A partire dalla folktronica nebulosa di “Metafizzler”, il trip lisergico cui siamo sottomessi è di quelli che lasciano il segno. Ci ritroveremo, dunque, a veleggiare verso l’Oriente deragliato di “Ragadivinus” e “Wisely Wasted”, in un tripudio di distorsioni, beat elettronici stentorei, sitar processati, percussioni ciondolanti e vecchie polaroid di Lucy che, nel cielo, lascia brillare i suoi diamanti… E ci sembrerà, in ogni caso, di essere tornati bambini, con gli occhi pieni di meraviglia, pronti a far parte di tutti i “collettivi animali” di questo mondo.

Nelle lande incantate di Panda Bear di “Lil’xmoke” cercheremo, quindi, rifugio quando la luna storta tenterà di mandarci a tappeto, pronti a danzare, se ce ne sarà bisogno, come dei manichini imprigionati da ragnatele infinite, sul drum’n’bass attraversato da traccianti math di “Company Freaks” o, perché no?, sui beat astratti di “Nanomod” o le possenti manovre, con panneggi industrial, di “Street Acid”.

Perché, a conti fatti, quando Rothbard definisce una struttura, sta solo cercando il modo per uscire dalla gabbia, in cerca dell’estasi. Potrà, quest’ultima, avere i connotati di un delirio soporifero, con acustiche panoramiche di nostalgia che, manco il tempo di pensarci, e già si sono materializzati i Pink Floyd più carezzevoli; oppure, i contorni di una trance minimale dove le melodie sbocciano trillando di gioia, con interludi che rilasciano bollicine di soffice saudade (“Zweitracht”).

Comunque sia, tra Zappa che fa una visitina in “Cypherbets”, le mitragliate Ministry (!) che infettano la title-track e la dodici corde très Basho di “The Tragedian”, passa un fiume di idee, compiute o solo abbozzate, che potrebbero fare al caso vostro…     

22/10/2009

Tracklist

1. Metafizzler         
2. Wisely Wasted         
3. Company Freak         
4. Ragadivinus         
5. Lil'xmoke         
6. Nanomod         
7. Slip         
8. Zweitracht         
9. Cypherbets         
10. Elief         
11. Street Acid         
12. The Tragedian  
13. Exodusarabesque

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