Quei pazzi furiosi degli Agoraphobic Nosebleed (gente che è stata capace di pubblicare un disco con ben 99 brani! – il mitizzato, ma poco incisivo, “Altered States of America”) sono di nuovo con noi, pur se con un semplice Ep di tredici brani per dieci minuti di durata. Sciocchezzuole, insomma.
Sì, proprio sciocchezzuole, anche a giudicare dalla musica. Non che la band di Springfield (Massachusetts – chissà se è quella abitata dai Simpsons…) abbia mutato corso, tutt’altro. Siamo, infatti, di fronte al solito, terroristico cyber-grind, solo che, questa volta, i brani sono davvero poca cosa.
Chissà, forse la band doveva coprire un buco in vista della pubblicazione del prossimo “Agorapocalypse” (previsto per la metà di Aprile), fatto sta che tra gli stermini e le catastrofi sonore di "The Glue That Binds Us" si fa davvero fatica a trovare qualcosa per cui valga la pena rimetterlo su dopo un paio di ascolti.
Volendo proprio andare di lanternino, si potrebbero citare la furia Carcass di “Solvent”, l’immaginario tête-à-tête con il “peggior” Gnaw Their Tongues di “Glade, A Straw & A Sandwich Bag”, la cartolina Napalm Death primissima maniera di “DC5” e i due omaggi ai mitici D.R.I. di “I’d Rather Be Sleeping” e “I Don’t Need Society”.
Tutto il resto, diceva qualcuno, è noia, anche se i ragazzacci giocano a fare gli scostumati (“Black Ass, White Dick”).
13/02/2009