Proseguono imperterriti i deliri psichedelici di Makoto Kawabata e dei suoi fidi compari.
"In 0 to ∞", suddiviso in quattro tracce di diciotto minuti e rotti ciascuna, presenta, in ogni caso, il lato più cosmico e visionario dell'ensemble giapponese. Come è spesso successo durante la loro quindicinale carriera, i risultati lasciano un po' a desiderare. Se siete accaniti sostenitori del verbo psichedelico e la vostra massima aspirazione è quella di cadere in balìa di una trance lisergica, allora, come al solito, fatevi sotto: qui c'è roba che fa per voi.
Saranno, in ogni caso, soprattutto la prima e la quarta traccia a darvi le maggiori soddisfazioni. Provenienti entrambe da lontani recessi cosmici, sia "In 0" che "In Infinity" imboccano la strada, ormai scontatissima, di un ostinato motorik a rotta di collo. Lì, persi in mezzo agli asteroidi, non vi invidio, anche se siete strafatti di chissà quali sostanze e se della musica, in fin dei conti, non ve ne può fregare di meno. Ormai, Makoto Kawabata ha capito come campare di rendita e qui lo dimostra ampiamente.
Tuttavia, bisogna dire che almeno "In A", con le voci che risuonano misteriose e lontane come in un mantra alieno, qualche motivo di interesse ce lo concede, anche se tirare la corda per oltre diciotto minuti non è proprio un invito a nozze. Per gli sballati all'ultimo stadio, consiglio, invece, di mandare in loop per almeno un paio d'ore i segnali e le frequenze extraterrestri di "In Z". In questo calderone freak che ribolle senza sosta, prima o poi qualche rivelazione dovrà pure arrivare, no? In caso contrario, chiedere i danni non vi servirà a niente.
Gli altri passino oltre.
10/04/2010