Archi a profusione, arpeggi di chitarra e tocchi di piano incorniciano l'alternarsi tra le esili vocalità dei fratelli Stone: sofferte e intense ballate (dalle atmosfere spesso simili a quelle dell'ultimo Doveman, ad esempio in "For You") per amori difficili ("Hold On", "Big Jet Plane"). Spesso affacciato su "Down The Way" è il bavero alzato di Neil Young (fra l'altro citato esplicitamente in "Santa Monica's Dream"), dalla slide e il refrain acustico di "Yellow Brick Road" all'armonica di "Hush" (vera e propria citazione), passando per il sommesso country di "On The Road".
Tutti ai propri posti insomma, gli arrangiamenti curati, intarsi di chitarra che appaiono puliti a contrappuntare le confessioni degli Stone, cavalcate orchestrali ariose e trascinanti ("Walk It Off")... Cosa manca, allora, per rendere "Down The Way" un disco da ricordare? Oltre a canzoni veramente degne di nota (sebbene mai sbrigative o fuori posto), è proprio il senso di scarso coinvolgimento dell'ascoltatore in un quadro troppo ingessato e perfetto per essere vero.
I testi d'amor perduto, buoni per tutte le stagioni e allo stesso tempo (questo è il problema) per nessuna, paiono confermare questa impressione: "I'm singing songs about the future/ Wondering where you are/ I could call you on the telephone/ But do I really want to know?/ You're making love now to the lady down the road/ No I don't, I don't want to know" intona Julia in "Santa Monica's Dream", ed è uno dei pezzi dallo sviluppo narrativo più personale.
"Down The Way" ci consegna insomma una coppia dal romanticismo facile seppur elegante, in grado di rivaleggiare coi vicini Swell Season, ma con più di qualche difficoltà nel proporre temi melodici di presa o racconti con qualche pretesa cantautorale. Il vestito orchestrale non è in grado, in questo caso ma come spesso succede, di coprire queste mancanze, che emergono prepotentemente già dalla opening track.
(03/04/2010)