Arturo Fiesta Circo

...e lo chiamerai Giovanni

2010 (Via Audio)
rock, jazz, songwriting

Un'altra bella zampata della Via Audio Records: dopo le rivelazioni Grenouille (un paio d'anni fa) e Io?Drama (molto più di recente), ecco all'orizzonte una nuova interessante realtà che non tarderà di ritagliarsi il giusto spazio.
Si chiamano Arturo Fiesta Circo, e al primo impatto il nome può lasciare un po' perplessi, in quanto non fa trasparire la vera essenza del progetto (è una band? un cantautore? un esperimento circense? una deriva elettronica? dei suonatori da festa di piazza?).Poi ascoltando il loro secondo disco (il primo "Distratto a sud", registrato tutto d'un fiato risale al 2008) si viene proiettati in una realtà caleidoscopica.
Arturo Fiesta Circo è una piccola orchestra che riesce a triturare tanti di quei suoni e di quelle influenze, che la metà ne basterebbero per delineare un'intera carriera.

Già dalle prime note scopriamo un collettivo che sa rendersi piacevolmente giocoso e vaudeville in "Le Royal" e "Il pagliaccio", con un approccio in grado di travasare nella vostra osteria preferita il Capossela più selvaggio nel Paolo Conte più elegante. Ma è solo la punta dell'iceberg: "La Lune" farà dannare l'anima a tutti i francesini saputelli, che da anni sono alla ricerca di una strada per tirar fuori una canzone tanto intensa.
Grazie alla prova del cantante Sergio Arturo Calonego (italo-belga, e linguisticamente francofono) riescono a fare meglio del pur egregio lavoro eseguite da Benjamin Biolay nel suo "La Superbe", rinnovando il gusto per la grande chanson française.
Infinita malinconia traspare invece dai dolci tocchi pianistici di "La regina", preludio a "La regina del circo" e dai brani che caratterizzano la seconda parte del disco, come "La ballerina" e la conclusiva "Forse". Ma la tavolozza dei colori è ulteriormente arricchita dalle atmosfere jazzy de "L'acrobata" e "Il domatore" e dal serrato indie-rock de "L'idiota", che farà morire d'invidia chissà quante band snob-alternative di casa nostra.

E i testi?
"E lo chiamerai Giovanni" è un disco che vuole essere sfida letteraria oltre che stilistico-musicale. Con la scusa dei personaggi del circo, l'intento della band è mettere in scena un'allegoria di alcuni protagonisti del Nuovo Testamento, riscrivendo determinati aspetti del Vangelo, ma il tutto è fatto con misurata leggerezza ed invidiabile equilibrio.
Royal è Gesù, la ballerina è Maria, "La Lune" parla di Giuseppe, il pagliaccio è Tito (chiamato anche Disma, il ladrone che si pente sulla croce), il domatore è Giuda, l'acrobata è l'arcangelo Gabriele, l'idiota fa riferimento al momento in cui Gesù ribalta i tavoli dei mercanti nel tempio.
L'intento finale dell'autore non è quello di creare una versione alternativa o apocrifa delle Scritture,  bensì usare questo parallelismo Circo - Vangeli per narrare di passioni, vizi, virtù, imprese e sentimenti umani, fra i quali l'amore viene messo al centro dell'universo, in quanto massima espressione dell'umanità.

Calonego, ora crooner, ora consumato rocker, tiene le fila dell'orchestrina, al cui interno prendono posto la chitarra di Giuseppe Magnelli (attualmente intento a completare il secondo disco dei milanesi Grenouille), il pianoforte di Sara Denova, il basso di Fabio Bianco, la batteria di Fabio Giussani, e una serie di ospiti che danno ulteriore spessore al risultato finale. In tempi come i nostri, è davvero difficile trovare musicisti che sappiano fare, e bene, tutto questo.

22/11/2010

Tracklist

  1. Le Royal
  2. La Lune
  3. Il pagliaccio
  4. La regina (piano overture)
  5. La regina del circo
  6. L'idiota
  7. L'acrobata
  8. La ballerina
  9. Il domatore
  10. Forse

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