Heavy Winged - Fields Within Fields / Infinite in Every Direction

2010 (Three Lobed Recordings)
impro-noise, (free) psych-noise, cosmodronica

Finalmente, è arrivato anche il grande momento degli Heavy Winged!
Dopo una serie di lavori altalenanti, la band di stanza a New York (ma originaria di Portland), giunge al suo personale capolavoro con questo lavoro rilasciato dalla Three Lobed Recordings. Quattro facciate (considerando anche le due del bonus disc “Infinite In Every Direction”, disponibile soltanto con le prime 434 copie del disco) in cui l’impro-noise dal forte retaggio psichedelico di Jed Bindeman (batteria), Ryan Hebert (chitarra) e Brady Sansone (basso) si trasforma dapprima in un’apoteosi tribale e sciamanica e, poi, in un maestoso tripudio cosmico.

“Fields Within Fields” si apre con la fenomenale “Among The Maori” (16'03''), nella quale il trio srotola un fitto tappeto percussivo contro cui si frange un fragoroso sciame atonale fatto di torbide allusioni psichedeliche e malsani tremoli di chitarre che mugghiano come un mare in tempesta. L’omaggio, nemmeno tanto velato, ai Dead C non fa altro che unire i puntini che formano un triangolo la cui base è completata dalla fascinazione per le prime avvisaglie noise d’ascendenza no-wave (Glenn Branca, Mars, Sonic Youth) e il cui vertice è dominato dai Velvet Underground di “Sister Ray". Un’impetuosa accelerazione (dominata dalle fibrillazioni acide dell’organo) conduce la band nel bel mezzo di un trionfo psych-noise, con frastornanti accumulazioni chitarristiche e portentose sberle di batteria.

Meno distruttiva e più subliminale, “The Hum of the Universe” (17'11'') è, invece, un lungo volo esoterico/estatico, attorcigliato intorno alla viola vibrante e affilata di Bob Jones e sostenuta da un ipnotico rimpallo marziale. Il vibrare infinito delle corde sfregate risuona iperuranico, prima di essere risucchiato dalla radiazione inesauribile del drone. Un’accecante apoteosi cosmodronica, tra slancio paradisiaco e nevrosi metropolitana.

Ad aprire “Infinite In Every Direction”, invece, ci pensa “Forty Fourth Parallel” (17'58''). Con Dave W. dei White Hills all’oscillatore e alla seconda chitarra, il brano prende piede da un volteggiare spaziale di synth e si allarga a dismisura fino a trasformarsi in uno sterminato epos intergalattico. Partendo da qualche brandello di suono, attraverso una lenta ma inesorabile opera di stratificazione, gli Heavy Winged pervengono al raggiungimento di climax assolutamente debordanti. Se i punti di partenza sono rappresentati dalla psichedelia ambientale, dall’uso espressionista del feedback e dalle tavolozze cosmiche dei corrieri tedeschi, la meta è la trasfigurazione della paranoia in un’estasi trascendentale, come quella di “Nothing But The Night” (17'43'', registrata dal vivo in Maryland), un precipitare sconfinato di accordi cristallini e cascami percussivi che straripano in una furibonda jam elettrico-percussiva, in cui le pelli di Jed Bindeman sono completamente fuori controllo, dirompenti, esplosive.

26/10/2010

Tracklist

Fields Within Fields     
  
1. Among The Maori         
2. The Hum Of The Universe        

Infinite in Every Direction
     
1. Forty Fourth Parallel         
2. Nothing But The Night

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