Il chitarrista Phil Carney ha invece fondato col pianista Chris Connolly i Desertshore: "Drawing Of Threes" è il secondo capitolo della loro discografia.
Al duo si unisce questa volta anche il vecchio amico Mark Kozelek, ed è inevitabile quindi che sin dalla prima canzone ci si rituffi in atmosfere Painters-iane: su tempi scanditi lentamente dal ride si trasportano chitarre talvolta distorte (in "Diana" sembra di ascoltare i Crazy Horse al ralenti), talaltra essenzialmente acustiche ("Mercy"). L'album non è però un lavoro completamente derivativo, e questo si deve soprattutto al piano classicheggiante di Connolly (protagonista assoluto nella nostalgica "Vernon Forrest"), che crea trame sognanti e dilatate unendosi con le chitarre in una sorta di colonna sonora per un viaggio slowcore. La seconda parte dell'album, senza Kozelek, è completamente strumentale, e richiama il folk-rock atmosferico degli EDM.
Non il massimo dell'originalità, certo, ma era dai Sun Kil Moon di "April" che non ascoltavamo qualcosa che potesse essere confrontato con i tardi Painters, senza uscire malconcio dal paragone. E questo è già tanto.
(24/12/2011)