Martijn Deykers, aka Martyn, è uno dei tanti dj-producer dall'enorme potenziale ritmico entrati recentemente nel "giro" di Kode9. Apparso un paio d'anni fa al grande pubblico con l'ottimo "Great Lengths" - disco che mescolava con ardita maestria dubstep e future-garage, mostrando ben più di un azzardo nella propulsione del beat - il navigato manipolatore di Eindhoven punta in questa sua seconda fatica a qualcosa di ben diverso, mescolando in pratica tutte le carte in gioco a sua disposizione, tergiversando e diversificando stili e attitudini pulsanti ad ogni traccia.
Accasatosi presso la benemerita Brainfeeder di Flying Lotus dopo aver girato il mondo come disc-jockey drum'n'bass, con "Ghost People" il buon Deykers compie un passo indietro nella rivisitazione di andazzi 2-step e un passo in avanti nella gestione/decostruzione del groove, suggerendo così un'insolita dinamicità delle proprie frequenze elettroniche. In tal senso, la sola title track rende un'idea ben precisa del cammino retroattivo intrapreso dall'olandese: escandescenza house in scia levaniana e tambureggiare esotico a rimarcare un'imminente necessità di evasione.
In "Ghost People" non ci sono soste. C'è uno shuttle in partenza nell'incessante progressione lunare di "Bauplan". Mentre la petulante "Horror Vacui" decresce a seconda del sibilo da deformare nel contesto, prima che la conclusiva "We Are You In The Future" ruoti effimera in ambiti propriamente garage, mostrando stranamente qualche lacuna e poche idee. In entrata, "Viper" ondeggia assassina, mentre "Mask" pare alleggerire alcune deflagrazioni dubstep in uno scenario prettamente danzante, tra morbidi stop&go e ripartenze in 4/4.
Aggiungono pepe all'impasto le tastierine old-skool e le sezioni ritmiche retro futuriste palesate in "Twice As" e "Popgun". Da segnalare anche diversi passaggi a vuoto come l'incedere atonale di "Distortions" e qualche giochino di troppo. Ma è solo il piccolo prezzo da pagare in un ritorno in fin de conti camaleontico e piacevolmente spiazzante.
24/11/2011