Sparite le suggestioni post-grunge e un sound essenzialmente punk-rock, la band ravennate torna con un album dalle forti influenze new wave, che non può non ricordare, di primo acchito, i Blonde Redhead di qualche anno fa. Il chitarrismo si ammorbidisce, l'atmosfera si fa più eterea e sensuale che in passato e questo "Comme Un Flux" si insinua docilmente nei sogni dell'ascoltatore. Elettronica e voci processate non sono più tabù, basta ascoltare "The Backdoor", manifesto attuale e al contempo trait d'union col passato. In "Divine" e "Blossom" la distanza con con Kazu Makino e i fratelli Pace si riduce al minimo, mentre in "Dna" la musica dei romagnoli diventa lisergica e ipnotica ma acida, con tanto di reminiscenze stoner. Il cantato francese della title track dà un tocco da chanteuse alla Gismondi, mentre in "Breakfast Star" rabbia e dolore si mescolano con fare quasi teatrale.
Un cambio di rotta inaspettato ma azzeccato da parte dei Pitch, anche se questo "Comme Un Flux", pur piacevole nel complesso, alla lunga stanca e il debito verso i Blonde Redhead pare fin troppo smaccato. Se sono rimasti una realtà nascosta finora nonostante i quindici anni di attività, difficile che sia questo il disco della svolta.
(03/02/2011)