Sondre Lerche

Sondre Lerche

2011 (Mona)
folk-pop, songwriter

Aspettavamo da tempo al varco Sondre Lerche, che alla soglia dei ventinove anni può già definirsi un veterano della scena alternativa mondiale.
Il suo songwriting pop aveva fatto inneggiare a più riprese a nomi altisonanti come Burt Bacharach o Stuart Murdoch, ma la realtà è che il suo apice, il nostro caro Sondre, pare averlo già raggiunto qualche anno fa.

Al suo fianco, in veste di coproduttore, stavolta troviamo Nicholas Vernhes, la cui esperienza al fianco di band come Spoon e Animal Collective qui non affiora minimamente. Un self titled che è espressione in tutto e per tutto della galassia del cantautore norvegese (il cui volto campeggia sulla copertina del disco come a indicarne una totale e sentita paternità), fatta di suadenti melodie pop e malinconiche nenie di matrice folk. Nessuna sorpresa, ma solo la rassicurante replica di quanto fatto vedere negli ultimi lavoro, "Phantom Punch" e "Heartbeat Radio" in primis, o poco più.

Non è un brutto disco, sia chiaro. Soprattutto nella parte centrale nell'album si trovano canzoncine di buon livello, a partire dall'incalzante "Go Ahead Now", passando per l'orchestrale ariosità cinematica di "Coliseum Town" e per la struggente "Domino", con distorsioni rabbiose nel finale. Anche le più strettamente ancorate al recente passato, come la gentilezza raffinata di "Ricochet" o la sinuosa "Living Dangerously" si lasciano accarezzare senza opporre resistenza, ma resta un problema di fondo nella musica di Sondre: non lascia traccia di sé. Nella sua perfezione, nella sua armonica costruzione scivola via come un fazzoletto di seta che accarezza i nostri padiglioni auricolari.

Lo sprint beatlesiano poco prima del finale ("Tied Up To The Tide") e la conclusiva "When The River", tra aperture corali e un beat quasi dance, offrono spunti interessanti in vista di un futuro diverso da quanto finora fatto sentire fino alla traccia numero otto di questo self titled.
I conti, però, anche stavolta non tornano. Varrà la pena di restare nell'eterna attesa che questo ragazzone dagli occhi azzurri che viene dal profondo Nord sforni il disco capace di dare senso a un'intera carriera? L'impressione, al varco del decimo di carriera, è che il destino per Lerche sia quello di restare un eterno incompiuto.

29/06/2011

Tracklist

  1. Ricochet
  2. Private Caller
  3. Red Flags
  4. Go Right Ahead
  5. Coliseum Town
  6. Nevermind The Typos
  7. Domino
  8. Living Dangerously
  9. Tied Up To The Tide
  10. When The River

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