Ormai i Motorpsycho sono in pieno trip progressivo. Non che i Nostri non avessero mai abbracciato quel genere, anzi... è solo che con "The Death Defying Unicorn" raggiungono un grado di pomposità e di ambizione difficilmente replicabile, anche a causa della presenza della Trondheim Jazz Orchestra e di Ola Kvernberg al violino.
Inizialmente commissionata dal Molde International Jazzfestival per i festeggiamenti del suo cinquantesimo anniversario e poi riarrangiata e rifinita in un secondo momento, sotto la supervisione di Kåre Chr. Vestrheim (già co-produttore del precedente "Heavy Metal Fruit"), l'"opera" (sembra più opportuno chiamarla così...) si apre con la danza da camera di "Out Of the Woods", tuffandosi dunque, senza soluzione di continuità, nelle traiettorie tumultuose di "The Hollow Lands", dove fiabesco e heaviness vanno di pari passo, fusi in un unico, solidissimo blocco psycho-prog.
Un insistito conciliabolo di fiati apre, invece, la più cadenzata e avventurosa "Through The Veil", cui s'innervano le spumeggianti orchestrazioni della Orchestra.
Il disco - cui collabora, tra gli altri, anche Ståle Storløkken dei Supersilent - presenta sicuramente momenti di un certo interesse, ma non è esente da sterili panoramiche strumentali che sono un po' croce e delizia di un lavoro che cerca di mantenersi in bilico tra evocatività e crudezza, fino a spezzare in due la sua anima, come mostra "Into The Gyre", la cui atmosfera prima viene riconvertita in fuga jazz-rock e poi risolta in misteriosa coda cosmica.
Del resto, l'ambizione può anche indirizzare verso soluzioni che rasentano la stucchevolezza (si ascoltino, per dire, l'invocazione magniloquente di "Oh Proteus - A Prayer" o le trame cameristiche in punta di piedi di "Sharks") o che fanno molto rumore per nulla (la rocciosa e hardelica "Mutiny", le cui trame di violino non possono non far pensare ai "voli" di Jean-Luc Ponty).
Tuttavia, pagine come quella di "La Lethe" (una lunga odissea di dannati che sembra rievocare alcune pagine della coppia Carla Bley/Paul Haines) o il trionfo Seventies-prog di "Into The Mystic" depongono decisamente a loro favore, per cui si può anche chiudere un occhio...
11/02/2012