La scena glitch del dopo Oval e del pre-Fennesz si è caratterizzata per la nascita due diverse correnti: la prima, legata alla non-music, che ha portato le disfunzioni a un minimalismo sottrattivo (i vari Alva Noto e Ryoji Ikeda), mentre la seconda ha visto l'unione definitiva fra il noise post-industriale e il caos programmato, evolvendosi poi in una delle incarnazioni più prolifiche dell'avanguardia contemporanea. Di quest'ultima categoria fa parte l'opera di Russell Haswell, uno dei membri originari della scuderia Mego, attivo da più di una decade nell'arte del multimediale, e compagno d'avventura di lunga data del ben più noto e lungimirante Florian Hecker.
“Factual” è il quinto disco per la Editions Mego dell'artista di Coventry, edito esclusivamente in formato Lp e forte delle “solite” coordinate della sua arte: la bizzarria ereditata dall'amico Aphex Twin (sparsi e irriconoscibili vi sono i campionamenti più assurdi, da un uomo che mangia pesce a rumori di uno stomaco), il ricorso al caos programmato alternato a impianti di derivazione techno e una gran varietà di furiosi droni noise. Il risultato è un breve ritratto stilistico, che appare però sfiancato dal ripetersi di cliché ormai ultra-assodati e fuori tempo massimo rispetto a molti dei contemporanei.
Negli otto minuti di “Black Metal Instrumental Intro Demo”, cui spetta il compito di aprire le danze, non succede praticamente nulla: qualche sibilo rumoroso si mischia a folate di vento, a variare è solo il volume del mixer. “Urban nO!se” e “Record Shop Days” sono due composti di caos calmo, sample metropolitani memori dei Throbbing Gristle e impercettibili ritmi, immersi nel rumore puro e indistinguibili alla prova dell'ascolto.
A salvarsi è la sola “Killer Snakehead”, che parte fra fruscii di sinusoidi per avviarsi poi verso un comodo loop acid-techno, con il merito unico di abbandonare per un momento frastuono e denti di sega. Quando questi ultimi prendono d'assalto un impianto analogo, ne esce “Rave Nihilation” e quel poco di buono che c'era si perde del tutto.
Il divertissement dal vivo della conclusiva “Sheffield” nulla aggiunge a un disco che paga il prezzo del suo risultare sempre uguale a se stesso, senza riuscire ad avvicinare per espressività e lungimiranza anche un solo ronzio prodotto dal laptop degli amici Hecker e Kevin Drumm.
“Factual” è a conti fatti un disco come tanti ne escono in ambito di avanguardia noise, non malvagio, ma sostanzialmente vuoto.
Tutto da rifare.
25/10/2012