I'm just a simple man cursed with an honest heart
da "Bait And Switch"
E va bene, gli Shins. Gli Shins sono la band di James Mercer, un'icona del pop alternativo dei 2000, una sua canzone è stata suonata al funerale di Heath Ledger, il faccione di Zach Braff forse non esisterebbe senza il suo "New Slang" da furbacchione innocente. Sono nati nel '96, ma è solo con l'appaiamento con la Sub Pop che hanno cominciato a pubblicare Lp e, più in generale, a fare sul serio. Sono passati già quattro-cinque anni da "Wincing The Night Away", un tempo davvero lungo per una delle ultime band di lungo corso che il pubblico indipendente attende con tremenda anticipazione, nonostante la collaborazione di Mercer con Danger Mouse nel progetto Broken Bells.
Nel mezzo qualche avvicendamento nella line-up, con l'arrivo del rosso Ron Lewis dei Grand Archives alle tastiere e di Joe Plummer dei Modest Mouse (band da sempre chioccia del gruppo, ora magari sarà il contrario) alla batteria. Alla piccola impresa Shins bisogna tirare avanti e pensare in grande, quindi la riconoscenza verso i musicisti - rispettivamente Marty Crandall e Jesse Sandoval - che hanno accompagnato Mercer anche quando non girava tanto bene dura giusto il tempo della festicciola di addio.
Bisogna pensare in grande, e "Port Of Morrow" sembra proprio l'album giusto per concedersi qualche volo pindarico, mandare in discarica l'ingenuità apatica, il country da scolaresca - ma, diciamola tutta, anche le belle canzoni - di "Oh Inverted World" e tutta l'epopea del loser che gli Shins hanno interpretato così bene (forse fin troppo). Dieci anni dopo e passa, gli indie hanno conquistato il mondo, scalano le classifiche, musicano i film per teenager, fanno incetta di Grammy con le loro barbe incolte e i baveri lisi, divertono star di Hollywood nel tempo libero (Zooey Deschanel e Scarlett Johansson, tanto per fare i nomi).
Forse per questo "Simple Song" fa esordire "Port Of Morrow" con un tono pirotecnico, alla Queen, come se rappresentasse il riscatto, dopo anni e anni, di supereroi minori dell'immaginario collettivo, portati in parata dalla voce lustrata, quasi patinata di Mercer, che si dimena in queste suggestioni melodiche impressioniste - bello soprattutto il ritornello. Una sensazione di incompletezza ancora domina la scena, come a volte accade nelle composizioni di Mercer, che porta la canzone a uno strano anticlimax.
Stranezza che sembra essere il tratto più importante del cantautore di Albuquerque, ma il più delle volte si tratta di una scelta pensata, non una vera espressione di estro; come a volersi schermire (altro che "uomo semplice dal cuore onesto"). Sfuggire il punto senza abbracciare veramente uno stile, ma più profondamente un modo di essere, sembra anche il tratto distintivo delle peggiori canzoni di "Port Of Morrow", ad esempio il circo seventies di "Fall Of ‘82" e il power-pop chitarristico di "Bait And Switch".
E dire che il disco ospita alcune delle canzoni più dirette di Mercer, "For A Fool" e "It's Only Life", che sfodera questo soul finemente venato del suo gusto psichedelico e country, candidando gli Shins a ricoprire il ruolo di eccentrici e raffinati compositori ed esecutori pop (Steely Dan su tutti).
Tutto lo fa pensare, in particolare il fatto che "Port Of Morrow" sia, in modo questa volta obiettivo, uno dei dischi meglio eseguiti (forse anche prodotti, se si ha lo stomaco forte) degli ultimi anni. L'arrivo di nuovi membri ha avuto buoni frutti in questo senso - e non c'erano dubbi. Una tecnica, un suono abbaglianti, in cui una grossa mano l'ha data anche il produttore, Greg Kurstin, rendendo il disco a volte un prodigio di sartoria, seppur spogliandolo di qualsiasi emozione.
Quest'ultima è la chimera di "Port Of Morrow", e forse in assoluto di Mercer (come già detto, campione d'ermetismo), che ha messo insieme una compilation di grandi canzoni, possibili hit senza tempo in qualsiasi decade, non solo nei '70, ma anche nei '90 ("No Way Down") e negli eighties ("The Rifle's Spiral"). Per quanto si sforzi però, anche "Port Of Morrow" è un disco che occuperà sempre e comunque il posto d'onore nel cassetto del cruscotto, ma mai sullo scaffale del cuore.
22/03/2012