Adam Green & Binki Shapiro

Adam Green & Binki Shapiro

2013 (Rounder)
songwriter, alt-pop

La carriera di Adam Green, dall’esordio in età adolescenziale con le verbose e irresistibili filastrocche dei Moldy Peaches, fino alle numerose prove soliste (sette, se contiamo bene), si è sempre mossa tra un irrequieta e onnivora voglia di sperimentare e un’adesione profonda al dettato della tradizione folk.
Dopo le ultime prove discografiche, datate 2010 – mentre era impegnato a portare avanti discutibili progetti artistici di stampo dadaista, tra in quali un film girato interamente con un iPhone – Green ha incrociato la strada con la californiana Binki Shapiro, già cantante dei Little Joy (gruppo formato dall’ex-Strokes Fab Moretti, durato lo spazio di un album), ed è talmente rimasto affascinato dalla sua voce rotonda, sensuale e delicata, da iniziare una collaborazione sfociata in un disco che porta semplicemente i loro nomi.

Le armonie vocali e i sottili merletti acustici del valzer “Here I Am”, primo dei nove episodi di “Adam Green & Binki Shapiro”, ci introduce in un mondo musicale atemporalmente sospeso nelle spire del pop più morbido dei Sixties. Mondo in cui Green e il produttore Noah Georgeson (già con Joanna Newsom) decidono di ambientare tutti i duetti dell’album, costruendo con grazia attorno alle voci diverse di Adam e Binki (il gioco in fondo è lo stesso delle coppie Mark Lanegan / Isobel Campbell o, per tornare più indietro, Lee Hazlewood / Nancy Sinatra e Sonny / Cher) una serie di arrangiamenti di diafana raffinatezza, che ricostruiscono con  nostalgica intelligenza e retrospettivo senso di equilibrio il romanticismo di centinaia di hit uscite dagli artigiani del Brill Building tra 50’s e 60’s.
Davanti alla pericolosa tentazione di aggiungere dettagli in stile Bacharach o Spector, trasformando le loro canzoni in architetture esageratamente artificiose, Green e Shapiro scelgono infatti la via della semplicità, anche nella durata (praticamente mai sopra i tre minuti), lasciando che il fascino melodico di ogni episodio brilli di luce propria in un’intima penombra.

La consueta ironia del musicista newyorkese ovviamente non scompare davanti a questa operazione di elegante filologia pop, ma rende anzi interessanti e piacevolissimi sia i pezzi volutamente “costruiti” come “Casanova”, sia quelli più impressionistici come l’adorabile “Pleasantries”, ricordando da vicino l’attitudine ludica e geniale di uno Stephin Merritt.
Il risultato è una generale idea di leggerezza che pervade ogni momento del disco e che trova i suoi punti più alti nelle sorridenti dinamiche sentimentali di “Just To Make Me Feel Good” e “Pity Love” e nella luminosa malinconia della splendida “Don’t Ask For More”.

In definitiva, dopo quindici anni sulla scena, si può affermare senza dubbio alcuno che il matrimonio musicale con Binki Shapiro abbia offerto al buon Adam Green una nuova giovinezza ispirativa, e parallelamente abbia fatto profondamente maturare il suo songwriting, trovando – forse proprio grazie al fatto di scrivere per una voce che non è la sua – quella misura che nei pur validi album precedenti ancora mancava. Non possiamo allora che augurarci che l’idillio creativo continui nel tempo, sviluppando le ottime idee di questo esordio.

12/02/2013

Tracklist

  1. Here I Am
  2. Just To Make Me Feel Good
  3. Casanova
  4. Pity Love
  5. If You Want Me To
  6. Pleasantries
  7. I Never Found Out
  8. What s the Reward
  9. Don t Ask For More
  10. The Nighttime Stopped Bleeding

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