Body/Head è un progetto a due chitarre ideato e condotto da Kim Gordon e Bill Nace. Partito qualche anno fa, il sodalizio ha avuto un’accelerazione nel 2012, a seguito della divisione (non sappiamo quanto definitiva) dei Sonic Youth, diretta conseguenza della separazione di Kim dal marito Thurston Moore.
L’approccio del duo era inizialmente in prevalenza strumentale, poi la voce della Gordon si è ritagliata spazi sempre maggiori, alla ricerca di visionari spunti narrativi. Ma mentre dal vivo li avevamo visti qualche mese fa impegnati in lunghe e informi improvvisazioni free-noise senza alcuno spunto melodico, sul disco le tracce prendono la sembianza di canzoni compiute, la materia sonora viene racchiusa, non senza fatica, all’interno di forme dai contorni maggiormente definiti.
Il format prevede soltanto due chitarre e voce, quella di Kim, che non teme di mettersi a nudo (“Murdress”) o di ululare cacofonicamente. A conti fatti, dopo aver osservato i percorsi solisti dei quattro Sonic Youth a seguito della separazione, la Gordon è l’unica che ha avuto il coraggio di intraprendere un percorso ostico e profondamente sperimentale, l’unica rimasta fedele allo spirito no wave che caratterizzò gli esordi della band in grado di sdoganare in tutto il mondo il concetto di noise-rock. Nonostante sessant’anni suonati la signora sguazza fra astrattismi a rumorismi assortiti, lasciando intendere (ad esempio negli accordi dissonanti di “Last Mistress”) quanta farina del proprio sacco ci fosse nelle intuizioni dei Sonic Youth.
“Coming Apart” è un trionfo di feedback e droni, una parata di effettistica per chitarre, dove loop, delay, chorus, fuzz e distorsori vengono utilizzati sfruttando l’intero spettro di opportunità disponibile. Le soluzioni sono sempre decisamente oblique, basti ascoltare le atmosfere e i lamenti di “Everything Left” o “Can’t Help You” (rumorismi in libertà senza alcuna base ritmica) per capire quanto poco convenzionale sia il lavoro svolto dal duo. La presenza della voce di Kim conferisce una certa “umanità” all’insieme, che altrimenti risulterebbe una cascata di suoni chitarristici quasi inaccessibile, al cospetto dei quali una formazione come i My Bloody Valentine rischierebbe di fare la figura della teen pop band.
L’esplorazione si spinge sovente fino alla ricerca dei limiti espressivi dei due musicisti, in una sorta di cubismo elettrico, sottolineato nei live act dalla proiezione di video mandati in slow motion, quasi un ideale sottofondo sonoro per le opere di visual art realizzate dalla Gordon. Molti sprazzi di “Coming Apart” si riveleranno ostici, se non addirittura esasperanti ai più; al contrario chi ama i sentieri chitarristico- sperimentali gradirà non poco questa nuova avventura dell’ex-giovane sonica, oggi più noise che mai, alla faccia delle virate acustiche dell’ex-marito. Per questi ultimi il progetto Body/Head si rivelerà senz’altro un’esperienza ultrasensoriale per il corpo e per la mente.
18/09/2013