Il progetto Cavern Of Anti-Matter annovera due ex-Stereolab (la mente Tim Gane e il batterista storico Joe Dilworth), oltre a un tastierista elettronico (Holger Zapf), e dà alla luce “Blood Drums”, una collezione di vari stili e calligrafie, spesso accomunati dal battito dei Neu, come nell’opener “You’re an Art Soul”, un boogie robotico, o dal trattamento maniacale dei timbri elettronici, come per “Solar Diamond”, inno aurorale per tastiere da chiesa.
Il disco è suddiviso grosso modo in aree piuttosto distinte. C’è anzitutto la techno dei Kraftwerk in “Invocation Melodie in C”, come pure in “Sound-Magic’s Death-Ray” e “Strawberry Dust”. Il motorik, in forma ormai disinnescata e quasi gioviale, irrora “Irridated Dream Mouth” e “Movin’ on Static”; “Acid Death Picnic” è più propulsiva e un attimo più coraggiosa (anche per la durata più estesa).
Da numeri come “Hot Electric Insect”, pattern minimalista elettronico, ma più virante al french touch di Daft Punk e Justice, e “Lament For Cement”, emerge invece una minima volontà di ricerca che va al di là della pura oleografia. Il lato Giorgio Moroder-iano dell’equazione è - di contro - quello più prossimo al plagio (“Rotation And Particle Density in D”, e l’ancor più scopiazzata “Dystopian Shopping Mall”).
Progetto one-shot, in doppio vinile, esplorante allo sfinimento la componente passatista del gruppo madre (Laetitia Sadier, nel frattempo, fa lo stesso nell’ambito della canzone), che impressiona per la versatilità senz’anima, un catalogo imponente di luoghi comuni, a un passo da una compilation di remix di classici dell’elettronica da ballo. Nuovo baluardo dell’esasperato, archeologico, ostentato amore per l’analogico degli ultimi anni: i tempi furenti dei mai troppo lodati Add N To X erano altra cosa. Prodotto dallo stesso Gane che ha voluto nella compagine altri musicisti non meglio identificati (“The Visitation”, “Sound-Magic”).
17/09/2013