Il respiro, il soffio vitale che Colin Stetson dona al suo sassofono basso ritorna per completare la trilogia del terrorismo sonoro (la "New History Warfare") che ancora stordisce e stupisce gli amanti del jazz e dell’avanguardia: alcuni sono infatti increduli che tale meravigliosa dissonanza possa affascinare anche un popolo di fruitori meno colti e avventurosi. Ma il musicista statunitense, in verità, insegue una bellezza pura, che trascende i linguaggi convenzionali e punta direttamente alle viscere della musica, coinvolgendo emozioni inesplorate e ancestrali che sono rimaste sopite da una coltre di musica coerente e superflua.
Un solo strumento i cui suoni sono stati catturati da ogni angolo, una sfida alla tecnica del loop e del sampler che Stetson vince ancora una volta rinunciando al loro fascino: soltanto la voce di Justin Vernon (Bon Iver) si aggiunge al flusso continuo di aria e voce che il musicista inietta senza sosta, un grido che in “To See More Light” raggiunge ben quindici minuti.
Soffice e austero, “New History Wayfare Vol 3 : Too See More Light” è l’album più complesso della trilogia. Meno autarchico del primo capitolo e più eclettico del secondo, il nuovo passo discografico del sassofonista osa varcare anche i confini dell’hardcore in “Brute”, estraendo suoni rabbiosi finora inaccessibili per un sax basso.
Respiro circolare e voce filtrata dall’eco dello strumento hanno caratterizzato il precedente capitolo, suoni cavernosi dotati di una forza fisica enorme che Colin ripropone in “High Above A Grey Green Sea” e “Hunted”. Questo nuovo lavoro si concede però molte variabili: l’inarrestabile flusso di arpeggi in “Among The Sef (Righteous II)” e il gospel di “What Are They Doing In Heaven Today?” (cover di un brano di Washington Phillips) ampliano la contaminazione armonica con risultati eccelsi.
Il coinvolgimento di Bon Iver nel progetto può comunque dirsi completo: il cantante sfrutta toni e timbri vocali diversi in ognuno dei quattro brani in cui è fatto partecipe, e lo stridio noise che in “Who The Waves Are Roaring For (Hunted II)” lotta con la sua voce suadente è estasi pura.
La lunga, succitata “To See More Light” è comunque il vero fulcro creativo dell’album: strati sonori che si sovrappongono ora con dolcezza, ora con irruenza e disperazione, mentre il polistrumentista conserva un unico giro armonico di base che induce all’ipnosi e alla trance, accelerazioni, urla, vorticosi giri armonici, respiri e decelerazioni si alternano fino a trascinare la voce filtrata dal sax verso timbri metallici e noise che candidano Colin Stetson come il Jimi Hendrix del suo strumento.
Un trionfo.
22/04/2013