A Sebastien Tellier è sempre piaciuto dar sfogo alla propria immaginazione, lasciando scorrere la musica rinunciando sia ai testi, sia alle dovute incastonature, in una sorta di personale pellicola sonora mai scontata, tremendamente calda e immaginifica. L’avevamo capito soprattutto con “Narco”, senza considerare le variazioni su tema poste qua e là nei suoi primi lavori.
Eppure, negli ultimi anni lo stralunato chansonnier pareva aver trovato definitivamente il perfetto equilibro tra divagazione strumentale e formato-canzone. “Sexuality” racchiuse in tal senso la vera anima pop del cantautore transalpino. L’istrionico Sebastien aveva poi proseguito questa sua corsa al “singolo” straccia-classifiche nel recente “My God Is Blue”, album dotato di strutture riconducibili nientepopodimeno che a Vangelis, tra magniloquenze eighties e atmosfere ultra-romantiche. Ciò nonostante, la veste dell’eremita e del compositore da cartolina era rimasta solo dietro l’angolo.
Difatti, a caratterizzare il qui presente “Confection” è tutta una serie di doppie e triple letture dello stesso motivo con tanto di inserti orchestrali e accordi che segnalano puntualmente una palese mestizia. Tale imprecisata introspezione delinea a più riprese l'umore del disco, mentre un ipnotico e oltremodo malinconico vagare al piano ne evidenziano la dimessa intimità, come accade nei momenti di “Adieu”, piazzata in versione lirica ad aprire il sipario, in sequenza bucolica (“Adieu Mes Amours”) e in piano essenziale al centro del piatto (“Adieu Comme Un Jeu”).
Tre diverse (ma non troppo) interpretazioni caratterizzano anche il singolo di lancio, “L’Amour Naissant”, l’unica traccia cantata da Tellier, quasi a voler proporre una nuova “La Ritournelle”. Mentre ben diversa è l’aria che si respira nella sopita e mesta “Curiosa”, inscenata dapprima al pianoforte e di seguito proposta ad archi (“Curiosa II”).
A dar poi man forte alla stesura di questa improbabile soundtrack, è soprattutto la presenza dei vari Emmanuel d’Orlando, Tony Allen e Philippe Zdar, chiamati da Tellier per dipingere al meglio le proprie effusioni melodiche.
Godibile nei suoi momenti più intimi, “Confection” è in definitiva un disco a sé stante, l’allestimento ultimo delle (s)manie musicali di un cantautore mai domo interiormente, ancora una volta estremamente assorto nel proprio limbo di passioni, tra un’improvvisa evasione sensoriale e una ritrovata, seppur malconcia, nostalgia.
18/10/2013