Spaccamonti/ Pilia

Frammenti/ Stand Behind The Men Behind The Wire Split Lp

2013 (Escape From Today, Brigadisco)
post-rock, experimental

Paolo Spaccamonti e Stefano Pilia sono due chitarristi con un’attitudine compositiva assai differente. Se il primo, infatti, si concentra sulle sonorità post-rock di contaminazione cinematografica (come ha già ampiamente dimostrato con il suo primo lavoro del 2009, “Undici pezzi facili”), tanto da collaborare con il Museo del Cinema di Torino e col regista Enrico Verra, l’altro è un affermato scultore sonoro che, dividendosi tra le pieghe alt-rock dei Massimo Volume, le frenesie psicheliche degli In Zaire e le inclinazioni alla musique concrète, incide abilmente il monolite marmoreo della sperimentazione con il suo scalpello a sei corde.
Le esperienze condivise con nomi ingombranti come David Tibet e Z’EV hanno aperto un notevole squarcio creativo nel suo modo di intendere l’arte dell’improvvisazione legata al noise meditativo, evidenziandone il sottile strato di mistica ritualità (già presente in lavori come “Action Silence Prayers”).

Questo split-album, pubblicato da Escape From Today e Brigadisco, non nasce con l’intento di creare un amalgama sonoro indistinto, in cui questi due mondi possano sintetizzarsi, ma con quello opposto di presentarceli in maniera asciutta e diretta. Diversi, nella nudità della loro musica.
La sezione di Spaccamonti si intitola “Frammenti” e si apre con le trame effimere di “Non lacrimare”, a cui segue la struttura cadenzata e leziosa di “Fuga” (con Dario Bruna alla batteria e Ramon Moro alla tromba) che ci riporta alle atmosfere di genere più care al Nostro. La prima sorpresa di questo lavoro è la deliziosa rilettura di “Carapace”, brano della raffinata violoncellista Julia Kent tratto dall’Ep autoprodotto “Last Day In July”.

Il lato B è interamente occupato da Pilia. La sua tranche è chiamata “Stand Behind The Men Behind The Fire” e racchiude due piccole perle di folk bucolico, ovvero la traccia omonima e “R. Tune”. Gli arpeggi acustici sembrano strizzare l’occhio alle composizioni per liuto, scarne e sognanti, di Jozef Van Wissem e si alternano alle roventi e distorte colate elettriche di “Flux In A Box” e “Too Much Fun”.
“The Machine In The Ghost”, infine, sfiora vette ambient innevate, dalle quali è possibile ascoltare l’eco lontana dei maestri italiani Gino Fioravanti e Gianluigi Toso, meglio conosciuti col nome di Aglaia.

06/05/2013

Tracklist

Paolo Spaccamonti - Frammenti:

  1. Non lacrimare
  2. Fuga
  3. Carapace


Stefano Pilia - Stand Behind The Men Behind The Wire:

  1. Stand Behind The Men Behind The Wire
  2. Flux In A Box
  3. The Machine In The Ghost
  4. Too Much Fun
  5. R. Tune

Paolo Spaccamonti sul web