Il ritorno della techno in una combinazione estetica con i prodromi di matrice post-industriale si sta sviluppando sempre di più in una ramificazione tentacolare dai risultati interessanti.
Non ultimo questo progetto che unisce le facce di Shapednoise (italiano, di base a Berlino e fondatore della Repitch) e un non precisato artista dal moniker Violet Poison; evidenziatisi già con l’uscita di un paio di Ep, di cui un disco di remix con Vatican Shadow, Roly Porter e Kangding Ray, giungono a sintetizzare nel loro debutto una forma straniante e macchinosa.
Figlio dei Cabaret Voltaire più geometrici, dei Clock Dva del periodo “The Hacker” e “Techno Geist”, influenzati dagli sfondi cyber-urbani dei Black Rain, "Violetshaped" si muove in un accumularsi modulare di strutture: l’iniziale “State Of Temporary Neuronal Effervescence” è un lento, straziante, atto di nascita organico da cui si svilupperanno i binari di ghisa della marziale “The Lord Won't Forget”. Un’invasione violenta e inesorabile che cresce progressivamente negli otto minuti di durata, fino a infiltrarsi nelle pieghe (apparentemente) più morbide di “Out Of Any Symmetry”, dove un pulsare cardiaco si confonde allo stridore di una camera di torture tra lamiere e trapani.
L’incedere spigoloso e scheletrico di “cx310” segue lo stesso percorso immaginifico, venendo sommersa da strati di rumore pesante quasi ci si trovasse a un brano a metà fra Prostitutes e Pete Swanson. “Spectral Nightdrive” e “Down Regulation” mostrano una sempre maggiore stratificazione techno pesante, trafitta e mutata in un rumorismo, quasi sempre al limite dell’harsh.
La fine arriverà con un atto forzato e doloroso. La deprivazione sensoriale, un momento di costretta quiete, in cui riverberi e motori ritmici si liquefanno dentro un suono anestetizzato, privo di modularità. Un bianco asettico chiude così un disco traversato da una vena nera di grasso per motori; estenuante e al tempo stesso affascinante per la sua ortodossia devota a una danza industriale.
03/05/2013