La chiamano deep techno, ma nelle mani del dj berlinese Phillip Sollmann, alias Efdemin, sembra più che altro un'evoluzione notturna e rallentata della minimal techno che ha infuocato i dancefloor della capitale tedesca negli ultimi 15 anni. Finita la sbornia minimal, Berlino è stata invasa da un'onda di più morbide sonorità house, tale da far considerare come una sorta di resistenza techno i dj come Efdemin che continuano a suonare all'ombra dei migliori locali della città.
Interamente costruite con apparecchiature analogiche, le dieci tracce di "Decay" sono nate durante una lunga residenza di Efdemin a Kyoto. La tranquillità della metropoli giapponese ha influenzato l'atmosfera dell'intero lavoro (la copertina è disegnata prendendo spunto da una foto di un paesaggio scattata dallo stesso Phillip), colorando la techno di Decay con tinte a tratti bucoliche ("Some Kind Of Up And Down Yes"), a tratti psichedeliche ("Parallaxis").
Non esaltante come i primi suoi due album (l'omionimo "Efdemin" del 2007 e "Chicago" di tre anni dopo) ma altrettantro ben fatto.
19/03/2014