Già nel 2012 il songwriter ci aveva incantati con “Gli eroi non escono il sabato”, un frutto leggero e agrodolce figlio dei 20 anni vissuti in una società senza smalto e ambizioni. Nel frattempo però gli anni passano e le esperienze si moltiplicano e Carnesi non è più lo stesso, altre urgenze premono sotto pelle e altri orizzonti si profilano nella sua mente.
Concepito tra le decine e decine di date del tour e un viaggio a New York, “Ho una galassia nell’armadio” è fatto di una pasta più matura del suo predecessore e questo gli conferisce contorni levigati e alchimie sonore quasi perfette. La title track, ad esempio, posta in apertura, vale il disco intero: la poesia stralunata di Colapesce incontra l’ironia pop di Pelle Carlberg e Nicolò mostra un’abilità nel cucire i versi davvero rara di questi tempi (“Siamo andati a male, siamo solo cellule in continua collisione (…) Paracaduti di piombo, lasciamo che il vento ci salvi, miracoli non ne ho visti mai, i santi non aiutano quelli come noi”).
La traccia conclusiva, invece, è stata scelta come singolo che anticipava l’intero lavoro, anche perché cronologicamente è l’ultima canzone scritta dal cantautore. S’intitola “La rotazione” e la sensazione è proprio quella di una spirale che si avvolge fino a toccare i lembi iniziali del viaggio intergalattico; musica e interpretazione poi ricordano da vicino le stagioni del tempo e della vita narrate da Brunori Sas, ma questo non ci stupisce vista la stretta amicizia che lega due tra i più raffinati autori dei nostri giorni (basta riascoltare “Mi sono perso a Zanzibar” dal disco precedente per accorgersi della sintonia tra i due).
In mezzo divertissement intellettuali degni di Magnetic Fields (“La grande fuga di Alberto”, nel senso di Einstein, una delle maggiori influenze dell’album), spigolature pop-politiche stile primo Battiato (“Illuminati”) e romanticismo d’annata sfregiato dall’epoca dei social e delle connessioni forzate (“Cassandra”).
Carnesi scrive, canta e suona batteria, basso, chitarra, pianoforte, sintetizzatori e batteria elettronica, ma stavolta al suo fianco ha raccolto una cricca di amici che non hanno fatto altro che ornare una materia dai contorni e dai colori preziosi (tra cui Tommaso Colliva alla produzione, synth e vibrafono, Roberto Angelini alla slide, Rodrigo D’Erasmo agli archi, Antonio Di Martino al basso).
I capodanni e le feste sono scaduti e il nostro (anti)eroe si massacra di noia, almeno così dice in “Gli eroi non escono il sabato”, ma forse è una fortuna per noi che sia andata in questo modo perché dal fondo di quella cameretta - vissuta come antidoto al tedio esistenziale - sono venute fuori piccole meraviglie.
(06/04/2014)