In virtù della collaborazione esclusiva col regista David Fincher, Trent Reznor (Nine Inch Nails) e Atticus Ross si sono imposti come nuovo duo di punta dell'arte della soundtrack, un genere che dagli inizi del terzo millennio è andato sempre più emancipandosi dalla sua mera funzione di commento musicale alle immagini sul grande schermo.
Come spiegano bene gli stessi Reznor e Ross nell'intervista rilasciata al Wall Street Journal, nel processo di composizione per Fincher la musica entra a far parte del Dna del film, quasi come una sceneggiatura alternativa, influenzandone l'atmosfera ancor prima che le singole scene vengano girate. Ne dava una misura il mastodontico esito della colonna sonora per “Millennium: Uomini che odiano le donne”, oltre tre ore di score dalla coerenza e qualità sbalorditive. Un Oscar per l'esordio con “The Social Network” e una nomination ai Golden Globe per “The Girl With The Dragon Tattoo” sono i giusti riconoscimenti al mirabile lavoro di questi due musicisti, giunti qui alla loro terza opera.
Per quanto atipiche, le ultime pellicole di Fincher seguitano ad allargare i confini del genere thriller, dalle zone d'ombra del privato e delle vicende legali di Mark Zuckerberg all'adattamento del raggelante best-seller svedese di Stieg Larsson. Limitandoci al solo ascolto, l'adattamento del romanzo di Gillian Flynn “Gone Girl” (da noi “L'amore bugiardo”, in uscita il 18 dicembre) sembra procedere a un'introspezione più emotiva che psicologica, mimando la struttura della trama con sviluppi subdoli e procedendo per addizioni minime nell'impalcatura sonora.
L'incipit si apre su una tonalità space-ambient dai tratti quieti e piuttosto rassicuranti, mentre “Sugar Storm” è dalle parti di “Mysterious Skin”, per restare nel campo delle colonne sonore. Il regista aveva infatti suggerito al duo di rielaborare l'atmosfera delle moderne spa, dove tutto sembra accoglierti a braccia aperte ma tra le righe aleggia un senso di inquietudine sulle sorti di un'umanità ormai alla deriva.
Va così configurandosi una sorta di concept sulla calma apparente, dove tra le pulsazioni sottocutanee di synth si insinuano nervature post-industrial e distorsioni in sordina (“With Suspicion”), aggiungendo una nota di tensione quasi costante e preludendo agli sviluppi successivi dello score. Un plot musicale che da una relativa stabilità, con inediti scorci cameristici (“Clue Two”) e delicati arpeggi di pianoforte (“Just Like You”, “Background Noise”), acquisisce ombre e increspature che fanno riaffiorare echi di “Millennium” (“Clue One”, “Something Disposable”, “Still Gone”) e dell'angoscia digitale facebookiana (“Secrets”, “Perpetual”); l'ipotetica punta del climax è situata nei pressi di “Technically, Missing”, caratterizzata da un'insistente carica di chitarre elettriche in sottofondo ai sintetizzatori.
Poche ma significative le aggiunte allo spettro espressivo del duo, dalla freddezza minimal-techno con ascendenze Raime di “The Way he Looks At Me” alla melodia badalamentiana “Like Home”, percorsa da sinistri feedback in tono contrario; per la prima volta i Nostri si confrontano anche con un'orchestra in carne e ossa, forgiando frammenti di grande potenza come “Consummation”, dove gravissimi fiati si mescolano allo static noise di Reznor (sarebbe stato un perfetto gran finale).
Riguardando in prospettiva il lavoro svolto sinora dal duo – con un esordio estroso e imprevedibile e una poderosa riconferma, più lineare e sviluppata in lunghezza – “Gone Girl” regge faticosamente il confronto per via di frammenti meno organici nel loro insieme, alcuni dei quali paiono ancora in forma di bozza temporanea. Nonostante per oltre ottanta minuti non si verifichino cali significativi di qualità e mordente, questa soundtrack potrebbe rivelarsi meno autonoma delle precedenti, o forse soltanto (poco) meno ispirata di quanto è lecito aspettarsi da questa nuova premiata ditta. C'è la curiosità di scoprire se, al prossimo eventuale incontro, Reznor e Ross rafforzeranno ulteriormente l'ormai tipico sound “fincheriano” o daranno una munifica svolta all'esercizio del loro indubitabile talento compositivo.
23/10/2014