Snowbird

Simpatico il gesto di Simon Raymonde, in un anno complicato per la sua etichetta, con il suo nome di punta, i Midlake, sull’orlo dello scioglimento (evitato con un disco raffazzonato e dalle alterne fortune critiche e di pubblico) – ripagato però in fondo dal consolidamento del successo di Jonathan Wilson tra i cultori sempreverdi del classic rock.
Raymonde ha così intanto fondato, come per tutelarsi, una sorta di supergruppo che fa capo a lui e agli artisti della sua etichetta, come a certificare la sua impronta anche artistica (in senso diretto o indiretto) su tutto ciò che passa dalle parti del suo ufficio.

Al centro la vocalist Stephanie Dosen; accompagnano Phil Selway, Ed O’Brien dei Radiohead, Eric Pulido e McKenzie Smith dei Midlake, Paul Gregory dei Lanterns On The Lake e lo stesso Wilson. Gli Snowbird fungono così da outlet per la rinnovata vena cantautorale di Raymonde, che trova nella Dosen una musa immancabilmente meno carismatica della Fraser, in un disco che sicuramente vorrebbe evitare il più possibile il paragone col passato.
Ci riesce soprattutto quando gioca la carta della leggerezza, suggerendo fraseggi psych-folk nel piacevole refràin di “Where Foxes Hide”, di una dolcezza che ricorda gli Amor De Dias, ripresi nell’altro brano da ricordare del disco, “All Wishes Are Ghost”, che si muove sulle tracce di quel pop classico e fatato, dalle suggestioni orchestrali, di un'Anna Jarvinen.

Più piano e prevedibile, anche se a tratti emozionante (il flebile volteggio Fraser-iano di “Bears On My Trail”), il ricorso al dream-pop più caratteristico di Raymonde, che trova in “Porcelain” lo specchietto per le allodole più evidente.
Rimane comunque un album piacevole, come testimonia anche la generosa chiusura chamber-folk-pop di “Heart Of The Woods”, che ricorda i migliori Lanterns On The Lake.

31/01/2014