Lanterns On The Lake

Lanterns On The Lake

Emozioni dal nord-est inglese

intervista di Riccardo Cavrioli
Ha qualcosa di magico e suggestivo il nuovo album dei Lanterns On The Lake, eppure nello stesso tempo è anche realmente fisico e concreto. Cambi di formazione e un suono diverso rispetto all'esordio erano già dei buoni punti di partenza per una chiacchierata via mail, che poi piacevolmente si è sviluppata, grazie anche alla disponibilità di Oliver Ketteringham, batterista del gruppo.

Ciao, vi immagino decisamente emozionati per la recente uscita del nuovo disco.
Ciao! Sì, è una combinazione di eccitazione e nervosismo. È passato tanto tempo da quando abbiamo finito il disco e l'attesa può diventare frustrante, ma ora aspettiamo solo che la gente lo ascolti. Suonarlo poi dal vivo sarà altrettanto emozionante.

Ci sono stati dei cambiamenti nel gruppo. Immagino che quando un membro lascia una band sia un momento difficile, ma forse questo è lo stimolo per una "nuova partenza". Che ne pensi?
Hai ragione. Ci sono stati molti sconvolgimenti dovuti alla partenza di Brendan e Adam e, come band, c'è sempre molto da fare che non ci si può semplicemente fermarsi e organizzarsi. Bisogna seguire la linea tracciata e cercare di lavorare a porte chiuse, ma una volta passato questo smarrimento iniziale arriva il tempo per riflettere e per usare questo cambiamento come catalizzatore per qualcosa di nuovo che possa crescere e svilupparsi: è quello che è successo con questo disco. La musica è il riflesso delle sfide affronatate in questo periodo, ma anche dei sentimenti di eccitazione e rinnovamento nel nostro lavoro.

Le recensioni per il primo disco erano state molto buone. Non c'è stata nessuna pressione per arrivare a un risultato simile anche per il secondo album?
L'unica pressione che abbiamo sentito nel realizzare il disco è venuta direttamente da noi. Abbiamo lavorato molto duramente e volevamo creare qualcosa che fosse uno sviluppo del primo album, o almeno, qualcosa che a noi sembrasse una progressione in avanti sia musicale, sia emotiva che creativa. Ci saranno sempre persone che potranno esprimere giudizi vari, ma fino a quando ci sentiremo soddisfatti di ciò che abbiamo fatto, beh, non potremmo chiedere di più.

La vostra musica trasmette emozioni molto forti che toccano cuore e anima, immagino ne siate consapevoli e forse è proprio il vostro scopo.
Sì e no. Siamo sicuramente consapevoli di come le persone rispondono alla nostra musica, ma non abbiamo mai pensato di creare uno specifico sentimento in qualcuno atraverso le nsotre canzone. Facciamo la musica che vogliamo fare e quasto è il culmine di quanto ognuno di noi mette personalmente nel lavoro. Poi certo, penso che siamo realmente fortunati e privilegiati nel vedere come le persone reagiscono di fronte alla nostra musica. Non c'è sensazione migliore al mondo di "toccare emotivamente" qualcuno con qualcosa che hai creato.

Sei d'accordo che ad ogni ascolto del nuovo album emergono sempre elementi nuovi?
Sicuramente, ed è proprio come quando scriviamo e registriamo musica. Vorremmo sempre mettere e aggiungere piccoli svolazzi e tocchi nuovi. A volte si pensa che nessuno li noterà, ma è meraviglioso quando invece accade. Si fanno una sacco di sforzi che finiscono poi in un disco: ne vale la pena.

Un disco che potrebbe benissimo essere una colonna sonora per un film immaginario o una specie di viaggio, che condensa emozioni e sentimenti...
Per noi è davvero una colonna sonora. Durante il processo creativo di un album, questa musica diventa la colonna sonora della tua vita ed è molto legata a tutte le esperienze che si fanno in quel periodo. Se poi altre persone, ascoltando, riescono a condividere o a trovare elementi comuni per la loro vita, beh, credo che questo sia davvero un punto di arrivo per chi fa musica.

Com'è stata la registrazione del nuovo album? Siete stati ispirati da qualcosa o qualcuno in particolare?
Abbiamo registrato il disco in una vecchia sala di una scuola nel bel mezzo della campagna nel nord dell'Inghilterra. È stato un inverno molto freddo e abbiamo tutti abitato in una casa li accanto. Un sacco di cose sono andate storte durante le registrazioni, ma era un posto così bello e ricco d'ispirazione per l'album che non dimenticheremo mai quell'esperienza. Sull'ispirazione, più che una persona in particolare io penso che ci abbiano ispirato proprio quel luogo e poi i nostri amici e i nostri parenti.

Siete capaci di un tocco epico, come in "The Buffalo Days", ma anche di grande malinconia, vedi "Picture Show" o "Green And Gold". Riuscite a fare questo passaggio in modo molto naturale.
Sì, è vero. Fa tutto parte di una stessa cosa. Qualche volta la nostra musica è tranquilla e introspettiva, altre volte malinconica, ma anche eccitante, calda, piena di speranza e positività. Credo che trasmetta ciò che siamo come persone: la musica è l'espressione di quello che siamo e di come ci sentiamo.

"Elodie" ha magnifici riverberi shoegaze che adoro. Com'è nato questo pezzo?
A Hazel è venuta l'idea principale e noi tutti abbiamo fatto le nostre aggiunte in seguito. Il riverbero così marcato è dato dalla chitarra di Paul che si mescola con la fisarmonica di Sarah nelle parti più cariche e il basso di Andy molto forte. Abbiamo pensato che potesse essere la canzone giusta per aprire l'album.

Grazie ancora, con quale vostra nuova canzone potremmo chiudere questa chiacchierata?
Penso sarebbe perfetto chiudere con "Another Tale From Another English Town" perché credo che racchiuda il senso dell'album. È il nostro piccolo messaggio dal nostro angolo di mondo, qui dal nord-est dell'Inghilterra. Siamo veramente felici che l'album ti sia piaciuto e orgogliosi che la gente in Italia lo ascolti.
Discografia
The Starlight Ep/Misfortunes and Minor Victories/Lungs Quicken (Ep, 2008/2009/2010, self-released) 7,5
 Gracious Tide, Take Me Home (Bella Union, 2011)

 6

 Until The Colours Run (Bella Union, 2013)

 5,5

 Beings (Bella Union, 2015)

5,5

Spook The Herd (Bella Union, 2020)

7

 The Realist (Ep, Bella Union, 2020)

6,5

pietra miliare di OndaRock
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