Di fatto una reunion di due fratelli norvegesi, Christian e Fredrik Wallumrød, entrambi con carriere ben documentate, Brutter con l’omonimo e probabilmente pezzo unico “Brutter” è, in superficie, un duetto tra drum machine ed elettronica che si sviluppa in due lunghe tranche.
La volontà, ambiziosa, in realtà pesca tanto dai colpi tremebondi dei primi Swans, quanto dai pattern irregolari degli Autechre, tanto dal phasing del minimalismo quanto persino dal fugato della musica barocca.
La prima “Geigered” (14 minuti) attacca con lenti colpi rimbalzanti di frequenze basse, che sempre lentamente si coagulano in una sorta di danza indiana pow-wow, ma incerta e appena sbozzata. Qualche clangore industriale frattanto si addensa in contrappunto misterioso, finendo per sgretolare ed estenuare ulteriormente l’andamento. Purtroppo, l’ancor più lunga e ancor più poliritmica jazzy “Badminton Bleak” fallisce il tentativo di capitalizzare queste intuizioni, limitandosi a ripeterle e pure a pasticciarle.
Nobile tentativo di codificare un linguaggio alieno che ha una zavorra, una fibra musicale, o non-musicale, troppo sottomessa e didattica per avere anche carisma e una verace vibrazione. Ci sono comunque anche attimi d’apocalissi implosa che valgono la considerazione. Vinile in tiratura limitata.
16/07/2015