Jan Grunfeld

Music For Plants

2015 (La Bèl / Headphonica)
ambient, elettroacustica

Il bizzarro tentativo di creare musica per piante non è nuovo. Sono vari gli esempi del passato che hanno proposto un'idea simile. Ricordo Mort Garson - apprezzato compositore affascinato dal sintetizzatore Moog - col suo album "Plantasia" (1976), la raccolta di musica elettronica francese intitolata "Musique pour les plantes vertes" (1996), fino a improbabili e poco sincere raccolte di musica classica contententi composizioni - addirittura divise per piante differenti - in cui si affermava che per far crescere meglio i vigneti era preferibile Vivaldi, mentre le sonate di Mozart apparivano più adatte ai fiori dei nostri giardini. 

Il musicista tedesco Jan Grünfeld, giunto al suo quarto album, coglie forse per la prima la vera essenza di una musica suonata per la natura e nella natura. Una musica lontana da un'idea frenetica del tempo, più attenta ai silenzi che al suono, che per essere ideata e capita ha bisogni di fuggire dalla nostre città caotiche e dalla frenesia - spesso inconcludente - delle nostre abitudini.

Le tracce - ideate e improvvisate al confine tra Polonia e Germania, in un grande balcone di una villa isolata in mezzo a una natura incontaminata - rappresentano ottimi esempi di brani elettroacustici che riescono a contenere emotività ed eleganza, serenità e impressionismo.
In effetti, le sette tracce potrebbero apparire come piccoli acquarelli dai contorni sfumati che richiamano alla mente i paesaggi naturali propri dei pittori impressionisti. Le improvvisazioni con chitarra elettrica, registrate e poi rielaborate con minime sovrapposizioni elettroniche, danno origine a loop che non infondono inquietudine, bensi la calma e l'intimità presenti in uno scenario di natura bucolica. 

Gli arpeggi di chitarra ripetuti rimandano a vari connazionali di Grunfeld, ai brani più dilatati dei Neu!, ai brani acustici dei Faust o dei Popol Vuh, fino a remoti rimandi dei Pink Floyd di "More". Il primo brano "Sower" è un perfetto esempio di loop di chitarra acustica che disegna un ambient etereo dai tratti quasi da folk psichedelico. Anche le successive "Up!" e "Come Gentle Spring, Come At Winter's End", con l'aggiunta di sovraincisioni ambientali, mantengono caratteristiche non dissimili.
"Full Bloom" aggiunge soavi voci femminili insieme a un'atmosfera leggermente più inquieta. Totalmente diversa appare "The Nightshade", segnata dalla presenza del vocoder e da pulsazioni ritmiche meno convincenti. La brevissima "Youth Takes It's Bow" torna alla chitarra acustica ed è caratterizzata da un'estrema semplicità che non disperde un substrato onirico. Si chiude con la magnifica "Feel Alife" che, con il piano e la chitarra, da una parte rimanda ad alcuni brani acustici dei Popol Vuh, dall'altra mostra quasi ambizioni da composizione di musica classica contemporanea.

Si termina con voci lontane di bambini che giocano, unico elemento umano dell'album, forse l'unico davvero rispettoso e compatibile con i sfumati colori dipinti dalla musica di Jan Grünfeld.

24/11/2015

Tracklist

  1. Sower
  2. Up! 
  3. Come Gentle Spring, Come At Winter's End
  4. Full Bloom 
  5. The Nightshade 
  6. Youth takes it's bow 
  7. Feel Alife

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