Già, perché per il resto le ventate d'aria fresca sono davvero poche. L'ultima fatica dei Moon Duo non è il risultato di illuminazioni filosofiche, che già avevano irradiato il concetto alla base di "Circles", ma il coronamento di un periodo, a loro stesso dire, "di profonda incertezza". Ascoltando la tracklist, che da copione scorre limpida "come un cielo d'estate sempre blu", è chiaro fin dall'attacco di "Wilding" che il menù dell'affascinante coppia resta fondamentalmente invariato: la Eastwood Airline '59 di Johnson effonde acido lisergico a ogni impennata solista, mentre la Nord Electro 3 di Yamada mesmerizza l'audience con i suoi interminabili loop minimali.
La ritmica spiroidale di "Night Beat" cela rimandi alla golden age delle pellicole poliziesche nostrane e precede "Free The Skull", l'ennesimo totem che il duo innalza agli astronauti di Peter Kember. Tra un'inedita linea di basso e la batteria, "Zero" picchia forte in testa come certi Gun Club e si spegne di colpo nel mare torbido di "In A Cloud", la cui tenue risacca trascina dolcemente tutto ciò che incontra. Sia "Thieves" che "Slow Down Low" insistono su sentieri oltremodo battuti, con il passo annoiato e le suole consumate.
"Ice" è la conferma che le tracce del passato dei Moon Duo si esauriscono a "Mazes": dei distesi trip krauti di "Killing Time" e "Love On The Sea" è rimasta soltanto la polvere. La sferzata finale è nel sinistro post-punk di "Animal", prima hit di "Shadow Of The Sun" – che nel video ha per protagonista lo skater psichedelico Richie Jackson – e minuscola supernova che rischiara per un attimo l'altra faccia della luna, quella che il duetto di San Francisco non ci ha ancora mostrato.
Ripley Johnson e soci (a seconda dei casi) hanno timbrato il cartellino anche quest'anno, regalandoci ancora una volta la colonna sonora dei nostri viaggetti in auto.
(02/03/2015)