Nella piuttosto recente storia del quintetto, capitanato da George Mitchell, i Nostri hanno realizzato due album, l'ultimo dei quali è qui in esame. "Ullages" è uscito il 13 maggio per la Partisan Records, etichetta che aveva già pubblicato il loro debutto omonimo appena due anni fa, ed è bene precisarlo perché, rispetto al loro lavoro di esordio, l'ascoltatore qui non troverà tanto un ennesimo tributo all'immediatezza post-punk dei Joy Division quanto una maggiore attenzione rivolta verso ritmi più lenti e introspettivi, meno punk e più rock nell'accezione classica del termine.
Accantonate, almeno parzialmente, le sfuriate tipiche del genere, la band ci presenta brani dal sapore radio friendly senza per questo suonare banali, in cui, musicalmente, non mancano riff dai toni decadenti e ricchi di riverberi, linee vocali liberamente ispirate a quelle di Robert Smith e un drumming fedele, nel suo incedere, al genere di riferimento, ma non manca neppure una palpabile e onnipresente componente di spleen baudelairiano. Ad ogni modo, la mancanza dell'energia prorompente del debutto è indubbia, e il titolo dell'album (il cui significato in italiano corrisponde approssimativamente allo "spazio libero di un contenitore che contiene un liquido"), sembra proprio fare riferimento a tale mancanza.
Ciononostante, il quintetto di Leeds dimostra qui di avere il coraggio di non rimanere legato a forme "facili" di successo, basate sulla riproposizione seriale di dischi di sicura presa, tentando nuove strade, senza perdere di vista i propri trademark. "Blume" è un brano dall'andatura più spedita, quasi una b-side dei Cure che furono, e lo stesso vale per l'altrettanto ritmata, ma meno diretta, "Lemontrees". Spazio viene dato anche a esperimenti di breve durata come "Harpstrings", il cui titolo parla molto chiaramente, e alla marziale "Aisles", dall'incedere lento e melanconico.
Un lavoro già maturo, riflessivo, impegnativo, senza per questo essere di difficile comprensione, complici melodie accattivanti e refrain facili da memorizzare. "Ullages" è una seconda prova importante, che mette in mostra le qualità di una band, gli Eagulls, in continua evoluzione stilistica: una parabola, la loro, a cui dedicare la nostra attenzione.
(24/05/2016)